Con la pandemia da coronavirus in corso, i servizi di conferenza di Zoom sono diventati negli ultimi giorni molti noti in tutto il momdo per la possibilità che offrono di combinare videoconferenze, riunioni online, chat e collaborazione mobile.
La società specializzata in teleconferenze si è trovata travolta da un numero impressionante di utenti e il numero maggiore di utilizzatori ha consentito di portare a galla una serie di problematiche piuttosto importanti sul versante privacy e sicurezza. I problemi sono tanti e tali al punto che alcuni distretti scolastici negli USA, inclusi grandi distretti come quelli di New York City e della Contea di Clark in Nevada, hanno messo al bando Zoom per problemi di sicurezza e privacy. Altri istituti ancora, come l’Edmonds School District nello stato di Washington e l’Alpine School District nello Utah, stanno rivedendo le loro policy sull’uso di Zoom. Non sorprende che molti stanno pensando di abbandonare Zoom per passare a servizi concorrenti come quelli possibili con Microsoft Teams.
Le fonti di preoccupazione sono numerose: una combinazione di tangibili problemi di privacy e sicurezza, all’assenza di funzionalità di cifratura end-to-end che rendono possibile l’intercettazione delle videoconferenze, per non parlare del problema dello “Zoombombing”, azioni di disturbo da parte di soggetti che si introducono nelle videochiamate e riunioni a distanza, trasformando queste in aggressioni sceme e nel peggiore dei casi anche in aggressioni verbali, messaggi pornografici, razzisti e offensivi.
In una dichiarazione al Washington Post, un portavoce di Zoom ha riferito che le problematiche su privacy e sicurezza sono prese “molto sul serio” dall’azienda. L’impressione però è che questa si sia trovata a dover gestire qualcosa molto più grande di quanto consentano le sue risorse. Sono stati ad ogni modo apportati cambiamenti come l’impossibilità di partecipare senza invito a determinati eventi, ma resta ancora molto, moltissimo da fare. Zoom potrebbe perdere un treno che non passerà mai più..
Intanto negli USA c’è una inchiesta in corso e si è scoperto anche un legame molto forte con aziende cinesi non vista di buon’occhio negli USA. A questo indirizzo trovate una dettagliata analisi tecnica dei vari problemi di Zoom. Per quanto riguarda il problema dello Zoombombing, la società ha condannato gli episodi e riferisce che i suoi servizi erano progettati per incontri di lavoro e non per gli usi che molti ne stanno facendo in questo periodo. Tra i suggerimenti: organizzare private (controllando l’accesso con password), evitare di condividere i link di accesso a videoconferenze, impedire ai partecipanti di condividere il proprio schermo con le altre persone e infine, usare sempre la versione più aggiornata dell’app.