La strategia di proporre gli speaker Echo e altri dispositivi smart a basso costo ha permesso una enorme diffusione di altoparlanti intelligenti e oggetti simili di Amazon, peccato solo che la scelta non abbia ripagato l’azienda come sperato.
Lo riferisce il Wall Street Journal spiegando che gli altoparlanti Echo ricadono in quella tipologia di successo imprenditoriale che le aziende non vogliono: un prodotto ampiamente acquistato dai clienti e allo stesso tempo una attività che comporta enormi perdite di denaro.
Andy Jassy, presidente e CEO di Amazon, sta tentando sistemare il problema e vorrebbe ripensare questa attività. Quando furono presentati i primi Echo e l’assistente personale a comando vocale denominato Alexa, l’azienda voleva in qualche modo emulare lo schema di Gillette, l’azienda che propone articoli per la rasatura del viso: proporre i classici rasoi a basso prezzo, sapendo di guadagnare dopo con le lame di ricambio.
Dieci anni dopo l’arrivo di Echo e sue varianti, i profitti non si vedono. Milioni di famiglie dispongono di dispositivi che è possibile controllare con Alexa, ma alle persone non piace comprare beni su Amazon con la voce; gli Echo sono usati principalmente per avviare qualche app gratuita, riprodurre musica, impostare allarmi e verificare le condizioni meteo. “Abbiamo assunto 10.000 persone per costruire un timer”, ha dichiarato un ex dipendente senior dell’azienda.
Stando a quanto riportato in un documento interno che il WSJ ha avuto modo di visionare, Amazon perde decine di miliardi di dollari per attività come quelle di smart speaker e affini, settore che include gli Echo e prodotti quali i Kindle, le chiavette Fire TV e i video campanelli. Tra il 2017 e il 2021, Amazon ha registrato perdite per oltre 25 miliardi di dollari dall’attività che include i dispositivi in questione; non è stato possibile determinare le perdite degli anni precedenti e successivi.
A maggio di quest’anno è circolata una indiscrezione secondo la quale Alexa potrebbe diventare più intelligente e utile, ma solo se l’utente sarà disposto a pagare un tanto al mese.
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