I tradizionali telefoni cellulari, con funzionalità essenziali, liberi dalle distrazioni che comportano gli smartphone, piacciono a molte persone.
I “feature phone”, come si chiamano in gergo i classici, intramontabili dispositivi, sembra stiano vivendo un momento di rinascita nel mercato USA, con molti utenti della cosiddetta “Generazione Z” (persone nate tra i medio-tardi anni ’90 del ventesimo secolo e i primi anni 2010), e molti “Millennials” (la generazione dei nati tra l’inizio degli anni ottanta e la metà degli anni novanta o primi anni duemila), che raccomandano tali apparecchi per “disintossicarsi” dagli smartphone, preoccupati da potenziali problemi di salute psichica causata dal costante confronto su social e affini.
A riferirlo è Counterpoint Research, spiegando che i feature phone, dispositivi a basso costo con funzionalità minimali, sono sempre più popolari. Hashtag quali #bringbackfliphones su TikTok hanno portato a milioni di visite e molti utenti affermano di essere pronti ad aderire ai movimenti di digital detoxing, staccando la spina, promuovendo un approccio all’uso dei social media e della tecnologia proattivo, controllato e intenzionale.
I prezzi molto bassi per avere un feature phone (un dispositivo come il Nokia 8210 4G si trova a meno di 90 euro e il Nokia 105 a meno di 30 euro), invogliano molte persone a tentare il digital detox, rispondendo all’esigenza di vivere per un po’ fuori dalla “bolla” del digitale, che costringe a essere sempre costantemente connessi e disturbati.
Counterpoint riferisce che il mercato di questi dispositivi a basso costo è sempre più affollato di produttori che propongono soluzioni: TCL e HMD sono i leader ma vanno forte anche nomi quali Schok, Sonim e Tinno.
Qui sotto il TCL3189 in vendita a poco meno di 80 €.
Il mercato globale è dominato dagli smartphone, ma c’è ancora chi compra i telefoni cellulari tradizionali: negli Stati Uniti la quota di mercato dei feature phone è poco superiore al 2% nelle vendite globali di apparecchi di telefonia.