In vista della presentazione degli ultimi risultati del 2019, alcune aziende che – a vario titolo – si occupano di guida autonoma, criticano le modalità di rendicontazione annuali su dati di prova obbligatorie in California, affermando che questi potrebbero indurre in errore.
Aziende quali la startup Cruise (che lavora sotto l’ala di General Motors) e Aurora, riferiscono che la metrica del “disimpegno del conducente” non è un modo accurata o rilevante di misurare l’evoluzione tecnica, nonostante sia un metodo di cui si tiene conto.
La questione viene sollvata in un momento nel quale sempre più elementi lasciano immaginare che la guida autonoma sarà più lontana rispetto a quanto finora previsto (siamo già in ritardo di due anni rispetto a quanto affermato in passato da Elon Musk che aveva parlato del 2017 come l’anno dei veicoli autonomi), con dubbi da superare riguardo all’assenza di determinate norme e sulle prospettive di redditività per le aziende che realizzano veicoli di questo tipo.
Le attenzioni verso il “disimpegno” (il momento in cui il conducente affida il controllo di volante e acceleratore all’elettronico) e potenziali possibili ripercussioni in caso di errori per le aziende che creano veicoli a guida autonoma, sono aumentate da quando, cinque anni addietro, la Motorizzazione della California ha cominciato a presentare report annuali sul disimpegno del conducente come fattore di rischio.
In California – riferisce Reuters – le aziende che testano veicoli a guida autonoma sulla rete stradale pubblica, devono presentare una relazione annuale sul disimpegno per spiegare in dettaglio l’evento che ha obbligato il guidatore a riprendere il controllo del veicolo.
Nel 2018 le vetture che hanno “macinato” più miglia senza che il guidatore abbia dovuto riprendere il controllo son state quelle di Waymo (Alphabet) e Cruise. Aziende che hanno avuto il maggior numero di problemi con il disimpegno sono state Apple e Uber. Nel febbraio del 2019 in un post sul blog aziendale Waymo ha riferito che “l’elemento chiave per migliorare la sicurezza della tecnologia a guida autonoma e la sua scalabilità è il ricorso a robuste e ampie prove e scenari di test, rappresentati da un’ampia gamma di punti dati che vanno al di là del disimpegno”. Nello stesso post, Waymo ha indicato che il tasso di disimpegno è diminuito del 50% rispetto all’anno precedente a allo stesso tempo le miglia percorse sono quasi raddoppiate.
Secondo gli esperti che che si occupano di guida autonoma, i dati sul disimpegno possono portare a paragoni scorretti tra le aziende e le rispettive tecnologie per la guida autonoma. Chris Urmson, co-fondatore di Aurora in precedenza a capo del programma di Waymo per la guida autonoma, lo scorso mese ha riferito che “tali numeri significano poco non esistendo una definizione chiara di che cosa si intenda per disimpegno”.
Anche Kyle Vogt, fondatore di Cruise, ha espresso timori simili. “Se l’introduzione di tale tecnologia può avere un impatto nel complesso positivo sulla sicurezza automobilistica e sulla salute pubblica, il pubblico in generale e le autorità di regolamentazione meritano prove empiriche e inconfutabili a dimostrazione che i veicoli a guida autonoma offrono performance superiore a quelle umane – ovverosia migliori di quelle di un guidatore medio”.
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