Larry Ellison Ceo di Oracle paragona la recente uscita forzata di Mark Hurd da HP al licenziamento di Steve Jobs da parte consiglio di Apple del 1985. “Il consiglio di HP ha appena fatto la peggiore decisione relativa al personale da quando gli idioti nel consiglio di Apple licenziarono Steve Jobs diversi anni fa” non impiega mezzi termini Larry Ellison, Ceo di Oracle rispondendo al New York Times riguardo la recente fuoriuscita forzata di Mark Hurd da HP. Ricordiamo che nel ruolo di chief executive Mark Hurd è considerato l’artefice del rilancio e del recente successo di HP. Lo scorso venerdì il dirigente è stato costretto a rassegnare le dimissioni in seguito a una indagine interna di HP relativa a un possibile caso di molestie sessuali nei confronti di Jodie Fisher, attrice assunta da HP per presenziare ad eventi e presentazioni di marketing.
Nella sua accalorata mail di risposta al quotidiano statunitense Ellison dichiara che le indagini interne di HP hanno verificato l’infondatezza dell’episodio: “Il consiglio di HP ammette di aver indagato a fondo sulle presunte molestie sessuali nei confronti di Mark e di averne stabilito la totale falsità”. Il Ceo di Oracle oltre ad essere amico di lunga data di Steve Jobs è anche amico di Mark Hurd: nel prendere le difese di Hurd è risultato così naturale paragonare i due casi di dimissioni forzate imposte dai rispettivi consigli di amministrazione. “Quella scelta – prosegue Ellison riferendosi all’allontanamento di Jobs del 1985 – ha quasi distrutto Apple e l’avrebbe fatto se Steve non fosse tornato e non l’avesse salvata”.
In conclusione Ellison dichiara che: “Con la perdita di Hurd il consiglio di HP non ha agito nel miglior interesse dei dipendenti di HP, degli azionisti, dei clienti e dei partner”. Sembra che Mark Hurd sia stato rimosso dal proprio incarico in HP su consiglio di una società di consulenza esterna specializzata in public relation: il consiglio della multinazionale temeva l’insorgere di uno scandalo a sfondo sessuale potenzialmente in grado di nuocere al marchio e all’immagine della società. Pur avendo constato l’infondatezza delle presunte molestie sessuali, il consiglio ha dichiarato che il rapporto di fiducia con Hurd è venuto a mancare in seguito alla scoperta di alcune false dichiarazioni sui rimborsi spese del dirigente individuate durante le indagini interne.