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Human Screenome Project, un progetto per comprendere gli effetti del digitale sul nostro comportamento

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L’Università di Stanford vorrebbe registrare cosa accade nella Home Screen di utenti di telefoni in tutto il mondo allo scopo di mappare la nostra personalità digitale, alla stregua dello Humane Genome Project, il progetto di ricerca scientifica il cui obiettivo principale era quello di determinare la sequenza di coppie che formano il DNA e di identificare e mappare i geni del genoma umano. L’idea è creare un software in grado di memorizzare, anziché geni e cromosomi, milioni di schermate per capire esattamente cosa fanno gli utenti con i loro telefoni.

L’iniziativa è denominata Human Screenome Project, chiaro riferimento al Progetto genoma umano, e mira e creare un software da integrare negli smartphone per catturare ogni cinque secondi ciò che gli utenti fanno in un determinato periodo di tempo.

La piattaforma “Screenomics” permette di memorizzare, cifrare e trasmettere dati al quartier generale del progetto a Stanford dove le schermate di ogni utente vengono mappate per comprendere meglio il comportamento digitale.

L’idea di Screenomes non è puntare il dito contro cattive abitudini ma i ricercatori riferiscono che l’obiettivo è capire come gli utenti passano il tempo online, consentendo loro di capire meglio in che modo la tecnologia è collegata a questioni sociali e alla salute mentale.

“Potrebbe portare a capire, ad esempio, in che modo determinati livelli di benessere siano correlati all’uso dei media o contenuti che coinvolgono gli utenti”, spiegano gli scienziati; “in altre parole, il mondo accademico vorrebbe una mappa multidimensionale della vita digitale”.

Secondo Byron Reeves, psicologo dell’Università di Stanford e a capo del progetto, ognuno di noi ha un’impronta digitale caratteristica, lo “screenoma”: un identikit che potrebbe consentire di raccogliere informazioni importanti sulle conseguenze del nostro rapporto con la tecnologia.

Permettendo a un software di tenere costantemente traccia di tutto ciò che accade ogni volta che prendiamo in mano il telefono, i vari dati permetteranno di comprendere in che modo la tecnologia sia connessa ai problemi che le attribuiamo. I tempi trascorsi dietro lo schermo sono spesso stati collegati ad ansia e depressione, allo sviluppo di malattie metaboliche, disturbi di memoria e dell’attenzione, disturbi legati alla qualità del sonno, al rendimento scolastico, alle relazioni e persino alla tenuta delle democrazie.

Servono strumenti in grado di determinare con dati scientifici quanto effettivamente le nostre abitudini digitali (e in particolare l’uso dei social) abbiano effetto su tutto questo. Gli studi condotti fino adesso si sono basati tenendo conto di questionari di autovalutazione (nei quali gli interpellati tendono a mentire). Il team ha raccolto finora circa 30 milioni di screenshot da 600 utenti di diversa nazionalità.

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