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Recensione Hub USB-C, ricarica il Macbook 12″ ed aggiunge due USB classiche: 28,99 euro

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Il nuovo MacBook 12’’ usa l’USB-C per ricaricare il computer oppure per collegare un monitor esterno, una chiavetta, un hard-disk e diversi altri accessori esterni. Essendoci una sola presa di questo tipo è possibile collegare un solo dispositivo, a patto che non ci si affidi ad uno dei nuovi Hub appositamente progettati per collaborare con questo nuovo standard.

Tra i tanti, su Amazon ce n’è uno che non si limita soltanto ad aggiungere prese USB al computer, ma permette anche di fornire alimentazione mentre si collegano periferiche. E’ prodotto da KKmoon, azienda di cui da qualche tempo abbiamo messo alla prova qualche altro accessorio interessante nel rapporto qualità/prezzo. L’abbiamo testato in questi giorni.

L’aspetto di maggior interesse di questo dispositivo è, come accennato, nella capacità di portare contemporaneamente due porte USB classiche, 3.0, accanto ad una porta USB Type-C. Le due porte classiche offrono una connettività standard per periferiche che sfruttano il consolidato e affidabile standard. In termini pratici potremo collegare ad un Mac 12″, chiavette e dischi fissi o magari anche un mouse. La porta Type-C è, invece, in grado sia di collegare uno degli ancora oggi sparuti accessori Type-C che, cosa più interessante, di fornire alimentazione al computer, mentre si collega ad esso una chiavetta o un disco.

Quanto sia importante questa opportunità è facile da capire. Potremo lavorare, ad esempio, con un disco esterno quanto a lungo vogliamo senza essere costretti a staccarlo. Avendo una sola porta Type-C da cui passano sia le connettività di periferiche che l’alimentazione, in condizioni normali dovremo scegliere: usare solo temporaneamente una chiavetta e poi staccarla per ritornare ad alimentare il Mac, oppure lasciare collegato il dispositivo USB e lavorare unicamente con la batteria fino a quando questa non è esaurita.

Il dispositivo KKmoon soddisfa l’esigenza di alimentare il Mac e collegare una chiavetta, ma con qualche compromesso. Il dispositivo è in grado, infatti, di fornire 5V a 2.4A al Mac, questo significa che la potenza che passa dall’alimentatore al portatile è meno della metà di quella fornita nominalmente dall’alimentatore: 12W invece che 29W. In termini pratici si avrà un sensibile aumento dei tempi di ricarica.

Abbiamo verificato questo limite fin da subito, operando sul menù. Nel nostro caso il MacBook 12″ quasi scarico, a meno del 20% della batteria, mentre giravano poche applicazioni è passato da una stima di 2 ore e 18 minuti a poco meno di 5 ore. Per avere una controprova abbiamo portato la batteria al 10% e poi abbiamo svolto due ricariche, una collegando direttamente il Mac all’alimentatore, la seconda passando dell’hub. Il risultato è stato che nel primo caso abbiamo ricaricato il Mac in 2 ore e 45 minuti, nel secondo caso in 4 ore e 16 minuti. Percentualmente la differenza in aumento nei tempi, è sostanzialmente corrispondente alla riduzione di potenza causata dall’hub.

Abbiamo poi cercato di capire se il Mac è in grado di non consumare batteria mentre funziona collegato alla corrente. Il rischio poteva essere infatti che l’hub non fosse in grado, mentre lo schermo era acceso e mentre erano in corso operazioni di calcolo, di sostenere il funzionamento della macchina a causa della scarsa energia trasmessa ai circuiti e costringesse il Mac 12″ a ricorrere alla batteria. Insomma, che nonostante fosse collegato alla corrente il portatile non solo non fosse in grado di ricarcarsi, ma neppure di funzionare senza scaricare la batteria.

Il Mac con la batteria al 90%, segnalava di essere collegato alla alimentazione, ma di non avere in corso la ricarica della batteria. Abbiamo poi proceduto a lanciare la riproduzione di due film (con con VLC e uno con QuickTime), abbiamo aperto dieci schede di Safari con dei siti che si ricaricavano automaticamente, aperto Lightroom, iTunes, App Store e Photoshop Elements; l’indicatore della batteria ci faceva a quel punto sapere che erano tre le applicazioni che consumavano “molta energia”. Dopo un paio d’ore la batteria in realtà è arrivata al 98%. Abbiamo verificato di nuovo e abbiamo notato che il Mac aveva modificato la dicitura del menù, dicendo che la batteria era in ricarica, stimando in due ore il completamento del processo. Di fatto, insomma, anche con un certo numero di applicazioni aperte, l’alimentatore è in grado non solo di sostenere il funzionamento del Mac senza ricorrere alla batteria, ma anche di ricaricarla, benchè molto lentamente.

È possibile che questo comportamento sia ininfluente per un certo numero di utenti; lo scopo potrebbe infatti essere quello semplicemente di tenere in funzione il Mac usando contemporaneamente un disco fisso o una periferica. In questo caso l’hub è stato, secondo le nostre prove,  in grado di farlo visto che abbiamo lasciato collegato una chiavetta con un film in loop per una intera notte e alla fine il Mac, partito dal 50%, era interamente carico.

Un secondo problema che si manifesta con questo Hub è nella impossibilità, o meglio lentezza, di ricarica di un iPad utilizzando le porte USB. La corrente fornita dalla porta Type-C alle porte USB dell’hub ha infatti una intensità di solo 0.5 Ah, meno di quella richiesta dai tablet che non presentano un segnale di “non in carica” quando ricevono meno di 1 Ah.  In realtà l’iPad, come noto, in questa condizione si ricarica, anche se molto lentamente. In caso di utilizzo mentre è collegato a questa porta potremo più propriamente parlare di iPad che non si scarica, visto che sarà impossibile, per l’effetto combinato di assorbimento di energia da parte di schermo e processore e bassa intensità di carica, ripristinare la batteria, ma potremo usarlo come se fosse collegato alla corrente.

Potremo, in ogni caso, sincronizzare tutti i dispositivi e nello stesso tempo ricaricare, anche se lentamente, un iPhone. Questo problema non l’abbiamo notato con altri hub simili (come quelli di Inateck), privi di porta Type-C. Si può quindi pensare che non siamo di fronte ad una problematica connessa all’energia fornita alla porta USB 3.0, ma alle “piedinature” delle porte. Come noto per alimentare correttamente un dispositivo Apple è necessario avere porte USB ingegnerizzate in maniera specifica.

Abbiamo, infine, fatto anche qualche prova collegando delle chiavette USB. In questo caso tutto ha funzionato senza problemi: le chiavette sono state montate e la velocità di trasferimento dati è stata simile  a quella che abbiamo verificato su un MacBook Pro con disco SSD di ultima generazione, Le leggere differenze a favore di quest’ultimo potrebbero essere state determinate probabilmente dal differente hardware e disco fisso. Non abbiamo neppure notato un aumento particolare del consumo.

In definitiva,  l’accessorio KKmoon presenta come principale limite la bassa energia che viene trasmessa dalla porta USB Type-C. Questo significa che potremo usarlo per tenere in funzione un MacBook 12″, ma la ricarica della batteria sarà molto lenta. Questo può essere un limite in alcuni casi, ad esempio se avremo fretta di ricaricare la batteria, ma per chi desidera usare la macchina connessa alla corrente e nello stesso tempo utilizzare periferiche o dispositivi USB, l’hub fa il suo dovere. Nel caso l’unico vostro interesse fosse, però, solo quello di avere un hub per collegare dispositivi USB, è possibile trovare altre soluzioni, anche se il loro prezzo potrebbe essere superiore ai 28,99 euro (in due versioni color oro oppure argento). del KKmoon.

hub usb-c

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