Dopo il rapporto della scorsa settimana secondo cui l’accordo era imminente, Huawei ha annunciato la vendita del suo marchio Honor, aggiungendo che la società spedisce oltre 70 milioni di unità all’anno. Huawei spiega il ragionamento dietro alla vendita: è un modo per il fornitori e i rivenditori di Honor di sopravvivere, nonostante le sanzioni emesse contro Huawei dagli Stati Uniti e da altri paesi.
La vicenda è ormai nota, con Huawei messa al bando dall’amministrazione Trump, perché considerata una minaccia per la sicurezza del paese. Come conseguenza, Huawei ha visto bloccarsi l’accesso ai fornitori di chip e a società statunitensi, come Google, che pertanto non fornisce più il supporto alle proprie app e servizi sui terminali Huawei. Ora Huawei precisa che «Non deterrà alcuna partecipazione, né sarà coinvolta in alcuna attività di gestione aziendale o decisionale nella nuova società Honor», sebbene non risulti chiaro se questo gli consentirà di riavere accesso ai rapporti commerciali con le società USA.
Non si fa menzione dei dettagli finanziari della vendita che si ritiene potrebbe aver fruttato 15 miliardi di dollari, ma è noto che Honor è stata acquisita dalla Shenzhen Zhixin New Information Technology Co., Ltd., che secondo l’Associated Press è «Una impresa tecnologica di proprietà del governo della città meridionale di Shenzhen». È lì che si trova la sede centrale di Huawei, così come un certo numero di rivenditori Honor.
Ancora una volta, comunque, si prevedono tempi duri per Huawei, soprattutto per l’avvicinarsi della stagione più importante dell’anno per l’elettronica di consumo. Da settembre scorso, inoltre, il colosso non è più in grado di produrre i processori Kirin per i suoi terminali e, salvo ulteriori proroghe in USA, sembra dovrà subire uno stop totale delle relazioni con Google.
Tutti gli articoli di macitynet che parlano di Huawei sono disponibili da qui mentre per notizie e articoli dedicati a Honor si parte da questa pagina.