Sono essenzialmente due i sistemi operativi per dispositivi mobili che si dividono il mercato: iOS e Android. Nell’ultimo decennio si è visto qualche tentativo di differenziazione ma i sistemi alternativi ai due prima citati hanno ormai un market-share a dir poco modesto o pressoché inesistente. A questo proposito sorprendono alquanto voci secondo le quali Huawei starebbe sviluppando un suo sistema operativo per smartphone.
Sono successe molte cose da quando Huawei e ZTE sono state accusate di spionaggio dalle autorità americane. ZTE è ora considerata un’azienda a rischio per la sicurezza nazionale nel Regno Unito e rischia di perdere la possibilità di ottenere ancora in licenza Android. Con le sempre maggiori tensioni tra USA e Cina, altre aziende potrebbero rientrare nell’ambito di quelle non è possibile fare affari. Recentemente il Dipartimento di Stato USA ha avviato delle indagini per capire se Huawei ha aggirato le sanzioni contro l’Iran. Se sarà ritenuta colpevole, l’azienda rischia sanzioni penali e di mettersi in una situazione simile a quella di ZTE.
Del sistema operativo sul quale l’azienda starebbe lavorando si parla dal 2012, da quando la Commissione del Congresso degli Stati Uniti definì Huawei un pericolo per la sicurezza nazionale, raccomandando le compagnie telefoniche statunitensi di non usare i dispositivi cinesi, per paura che potessero essere usati dalla Cina per spiare gli americani. L’azienda – spiega il sito Neowin – produce non solo sistemi operativi per smartphone e tablet ma anche per PC.
Lo sviluppo del sistema operativo è stato messo in moto per volontà di Ren Zhengfei, fondatore e presidente di Huawei. Il sistema operativo per dispostivi mobili non ha ancora visto la luce perché non avrebbe ancora il livello di raffinatezza di un sistema operativo maturo come Android e ovviamente manca ancora il supporto da parte di applicazioni di terze parti.
Nell’attesa di capire come andare avanti, gli sviluppatori potrebbero andare avanti lavorando sui dettagli ed essere pronti un giorno a presentare, quando necessario, questa sorta di switch che li liberi da Google. Resta da capire come reagiranno sviluppatori di terze parti e clientela…