Nelle scorse ore è circolata una voce partita dal Wall Street Journal secondo il quale Huawei negli ultimi venti anni avrebbe ottenuto contributi, agevolazioni e sovvenzioni varie per imporsi nel mercato delle telecomunicazioni.
Se l’azienda di Shenzhen (che un tempo costruiva centraline telefoniche a basso costo) è ora un colosso delle comunicazioni è dunque merito anche del governo cinese. Il WSJ ha spulciato documenti pubblici, incluse le dichiarazioni delle società e atti del registro fondiario, affermando che 46 miliardi di dollari sono arrivati da finanziatori statali, inclusi oltre 30 miliardi di dollari in linee di credito messe a disposizione dalla China Development Bank (CDB) e da Export-Import Bank of China.
Tutto questo ovviamente con il placet del governo che ha fatto di tutto per consentire ai clienti di acquistare tecnologie Huawei non solo a prezzi inferiori, ma anche a condizioni di finanziamento migliori rispetto alle offerte dei concorrenti. Huawei ha risposto all’articolo del quotidiano statunitense con una serie di tweet e una lunga dichiarazione «Ancora una volta il WSJ ha pubblicato menzogne su Huawei basandosi su false informazioni», si legge nella dichiarazione.
Once again, the @WSJ has published untruths about #Huawei based on false information. This time, wild accusations about Huawei’s finances ignore our 30 years of dedicated investments in R&D that have driven innovation and the tech industry as a whole. Read on for the #facts. pic.twitter.com/MpFVDIUecO
— Huawei (@Huawei) December 26, 2019
«Questa volta le accuse campate in aria sulla situazione finanziaria di Huawei ignorano i nostri 30 anni di investimenti dedicati in ricerca & sviluppo, che hanno guidato l’innovazione e l’industria IT nel complesso». Huawei riferisce ancora che si riserva il diritto di adire per vie legali contro il WSJ per «Una serie di articoli irresponsabili e in malafede».
Secondo l’azienda cinese alla base del suo successo vi sono le spese in ricerca e sviluppo, sottolineando che negli ultimi 30 anni ha speso tra il 10% e il 15% delle entrate annuali nello sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie, negando di avere ricevuto trattamenti speciali dal governo cinese.
Wall Street Journal spiega che molti governi aiutano le grandi aziende dei rispettivi paesi. Negli USA, ad esempio, non sono mancati aiuti a Boeing. Se l’ammontare di aiuti finanziari a Huawei sarà confermato, si tratta di incentivi enormi, che evidenziano un “favoritismo” mirato a vincere appalti e consentire all’azienda di piazzare i propri prodotti in tutto il mondo, a tutti i costi.
Huawei è il più importante fornitore di apparecchiature e servizi per le reti cellulari 4G ed è in prima fila per il 5G, con contratti già firmati in tutto il mondo.