Huawei ha deciso di fare causa contro il governo americano che impedisce alle agenzie federali di usare sue attrezzature e dispositivi. Nella denuncia presentata presso un tribunale distrettuale del Texas, il colosso cinese delle telecomunicazioni cita elementi del National Defense Authorization Act (NDAA) – legge statunitense che annualmente stabilisce il budget per le spese militari, ma spesso include anche altri provvedimenti “collaterali” – spiegando che alcune limitazioni previste per le agenzie governative sarebbero incostituzionali.
In particolare, tra le righe del NDAA sono presenti divieti da parte delle agenzie governative di acquistare o noleggiare apparecchiature di ZTE e Huawei e il divieto di sovvenzioni e prestiti per società (americane) a loro affiliate.
Huawei – riferisce CNBC– ritiene che le disposizioni nel NDAA siano da considerare alla stregua di un atto legislativo che dichiara colpevole una persona di qualunque atto e la punisce senza un giusto processo.
L’azienda cinese da tempo deve affrontare forti pressioni da parte dell’amministrazione Trump secondo la quale le attrezzature di Huawei potrebbero essere sfruttate per attività di spionaggio dal governo cinese. Il colosso di tlc cinese deve affrontare anche il Dipartimento di Giustizia che accusa l’azienda di furto di segreti industriali e di avere aggirato sanzioni americane stringendo accordi con l’Iran. Il governo USA da tempo ha chiesto agli alleati di non usare attrezzature per le telecomunicazioni di Huawei.
La direttrice finanziaria Meng Wanzhou (figlia del fondatore dell’azienda cinese) ha anche denunciato il Canada per il suo arresto, avvenuto l’1 dicembre scorso a Vancouver su richiesta degli Stati Uniti (che ha chiesto l’estradizione a Ottawa).
“Il congresso USA si è ripetutamente dimostrato incapace di fornire elementi di sostegno a supporto delle loro tesi per le restrizioni che riguardano i prodotti Huawei”, ha riferito Gu Ping, presidente di turno di Huawei, in una dichiarazione riportata da Reuters. La denuncia è stata depositata in tribunale del Texas, dove l’azienda cinese ha il suo quartier generale americano. Queste vicende potrebbero intaccare a vario titolo l’accordo commerciale che sembra sempre più vicino tra USA e Cina.