Il W3C (l’organismo che stabilisce, tra le altre cose, gli standard per il web) ha rilasciato una bozza di uno standard che consentirebbe la protezione dei video incorporati nelle pagine che utilizzano HTML5. Il progetto nasce da una proposta, fatta un anno addietro da Google, Microsoft, Netflix e che sembra sia piaciuto anche ad Adobe, Comcast, NBCUniversal, Nokia, BBC e altri. Il meccanismo prevede un’estensione denominata Encrypted Media Extensions (EME) che permette la gestione di contenuti protetti da DRM (Digital Rights Management) in altre parole i meccanismi attraverso i titolari del diritto d’autore di un’opera multimediale possono impedire copie o usi non autorizzati.
L’Encrypted Media Extensions non integra metodi per la protezione ma permette la loro gestione, supportando le tecnologie necessarie. Si tratta in pratica di API (Application Programming Interface) utilizzabili dagli sviluppatori come interfaccia comune per l’interazione con i sistemi DRM veri e propri, senza che l’utente debba ricorrere a plug-in dedicati. Al momento si tratta solo di un abbozzo e, come sempre accade quando si parla di contenuti digitali, c’è sempre chi teme la mancanza di libertà del web (Iann Hickson, un ingegnere di Google che in passato ha contribuito alla redazione delle specifiche HTML, definisce il meccanismo in questione “immorale). Restano a ogni modo da verificare le debolezze e non è detto che il sistema verrà adottato.
[A cura di Mauro Notarianni]