Uno dei sogni di ogni appassionato di fotografia come chi scrive è quello di poter aver a portata di mano un dispositivo comodo e e semplice da usare come uno smartphone, ma capace di realizzare immagini di qualità in maniera versatile ed efficace, quasi quanto quelle di una fotocamere professionale, o almeno “prosumer”.
Questa è la strada (ancora lunga) che hanno intrapreso numerosi produttori di smartphone, inaugurata da Nokia con la sua tecnologia fotografica PureView, che stanno investendo sempre maggiormente sulle qualità fotografiche dei loro smartphone di punta, per dotare dei dispositivi di una killer application che possa convincere gli utenti a scegliere il loro prodotto.
HTC ha deciso di seguire Nokia equipaggiando il suo HTC One, attuale smartphone di punta dell’azienda Taiwanese con la sua tecnologia Ultrapixel, che – come PureView – promette una qualità fotografica ad oggi inarrivabile per un cellulare. Promessa mantenuta? La risposta – la anticipiamo subito – è “ni”.
Macitynet ha potuto testare il nuovo HTC One durante un recente viaggio in Giappone, esperienza variegata e differenziata che ci ha consentito di mettere alla prova il nuovo smartphone di punta di HTC proprio dal punto di vista fotografico.
HTC One offre prestazioni fotografiche che potremmo definire senza timor di smentita ottime in specifiche condizioni, come ad esempio la scarsa luminosità, offrendo anche un set di opzioni interessanti e complete. In altre condizioni, invece, i risultati appaiono meno convincenti di quanto ci si sarebbe aspettati per una tecnologia tanto decantata: a conti fatti la tecnologia Ultrapixel, nonostante indichi la via giusta, mostra luci ed ombre e non convince del tutto.
Caratteristiche tecniche e performance
La fotocamera di HTC è posta sul retro, in posizione praticamente alto-centrale, senza alcuna protezione: questo è forse il primo grosso difetto dell’obbiettivo di HTC One. Per preservare il design del dispositivo, la lente si trova in una posizione in cui per il 95% delle volte, maneggiando il telefono per altri scopi, si finisce con il metterci un dito sopra, sporcando il vetro dell’obbiettivo, con la necessità di controllare e pulire la lente prima di ogni scatto.
La tecnologia di HTC è studiata sulla progettazione di un nuovo sensore CMOS da 4 Mpx con pixel più grandi, capaci di catturare circa il 300% in più di luce rispetto ai sensori tradizionali, e con una dimensione superiore alla maggior parte degli smartphone sul mercato, e vicino a fotocamere compatte di qualità, come la Fujifilm X10. A questo si aggiunge un chip di elaborazione di immagini HTC, una lente con apertura F/2.0 (iPhone 5 è dotato di una lente con apertura F/2.4) e uno stabilizzatore ottico di immagini.
Tutto questa tecnologia brilla particolarmente in situazioni di scarsa luminosità, in cui la luminosità dell’obbiettivo, la grandezza dei pixel e il software di ottimizzazione di HTC lavorano al meglio, offrendo una nitidezza e una fedeltà di colori accurate, riuscendo a catturare l’immagine anche in condizioni solitamente proibitive non solo per la maggior parte dei cellulari, ma anche per numerose fotocamere compatte.
Negli interni poco illuminati, e nelle scene notturne (grazie anche ad un’apposita modalità notturna) l’HTC One si mostra a suo agio e capace di risultati degni di nota; da sottolineare anche l’efficacia del flash, capace spesso di fare la differenza e di illuminare in maniera uniforme i soggetti.
Se HTC One brilla al buio, sono invece meno convincenti le situazioni di scatto più tradizionali, gli scatti di giorno, in cui il One mostra alcuni limiti: si nota in alcuni casi il deprecabile alone rosa che da anni affligge molti dispositivi dell’azienda; i colori in alcuni casi appaiono sbiaditi e slavati, e nel caso in cui ci sia molto contrasto di luce nella scena, con un chiaroscuro intenso, il software fatica a trovare il giusto punto di esposizione.
A questo proposito, come iPhone, è presente il touch-to-focus, metodo che consiste nel scegliere con un tap quale area della scena mettere a fuoco, ma che decide anche in quale punto regolare l’esposizione della stessa. Una scelta in alcuni casi tutt’altro che ottimale soprattutto nella necessità di disgiungere le due informazioni per una maggior precisione nella scena.
Una particolare riflessione merita la decisione di affidarsi ad una fotocamera da 4 Mpx: chi ha dimestichezza di fotografia sa che il numero dei megapixel non è direttamente proporzionale alla qualità fotografica e HTC dimostra ancora una volta la validità di questo assunto, offrendo in numerosi esempi immagini qualitativamente superiori a quelle di molti rivali dotati di fotocamere con 8 o 13 Mpx.
4 Mpx sono però al limite di utilizzo, soprattutto nel caso si abbia intenzione di ingrandire le immagini realizzate, situazione in cui purtroppo la bassa risoluzione inizia a notarsi e gli artefatti software delle immagini appaiono più evidenti.
Software e HTC Zoe
Una altro aspetto in cui il dispositivo si fa valere è il software che accompagna la macchina fotografica, in particolare la nuova modalità Zoe inclusa nell’UI di HTC One: grazie a Zoe sarà possibile scattare 20 fotografie in rapida, paragonabili a 20 fotogrammi, riprendendo allo stesso tempo un breve video di 3 secondi.
HTC Zoe offre in questo modo diversi vantaggi: sarà possibile rimuovere oggetti indesiderati dalla sequenza (come ad esempio un passante che attraversa la scena), creare sequenze di scatto in movimento, scegliere le immagini in cui i soggetti sorridono o non hanno gli occhi chiusi e modificare quindi il risultato finale a scatti già acquisiti.
Avete scattato un’immagine di gruppo dei vostri amici ma non tutti hanno sorriso contemporaneamente? con Zoe sarà possibile modificare uno ad uno i volti di tutti i soggetti, combinando in un’unica immagine i vari momento in cui tutti i soggetti sorridevano (a patto che l’abbiano fatto in almeno uno dei 20 fotogrammi ripresi).
Zoe nasconde anche una delle carte vincenti di questo nuovo HTC One: grazie alle funzioni incluse è infatti possibile realizzare dei brevi filmati da 30 secondi l’uno, montati in maniera automatica da Zoe, scegliendo anche fra diversi brani già inclusi nel software, che andranno ad influenzare lo stile del montaggio finale.
Basterà raggruppare immagini e video all’interno di uno stesso evento, scegliere eventualmente a quale contenuto dare risalto e cliccare play per osservare il risultato, disponibile ad un’immediata condivisione sui vari social network o in privato.
Può sembrare una funzione da poco, ma avere a disposizione di pochi click uno strumento capace di creare un breve riassunto di un evento o di una vacanza risulta uno strumento potente per tutto coloro che non hanno intenzione – una volta realizzati filmati ed immagini – di passare diverse giornate affrontando noiose sessioni di montaggio e video editing. Ecco qui di seguito un video realizzato con HTC Zoe.
Non mancano infine i classici filtri e le funzioni di editing post scatto, che in realtà risultano poco ricche e spingono a convergere verso altri software più efficaci, come ad esempio Snapseed. Inspiegabile però la decisione di HTC di riservare alcuni filtri solo durante la fase di scatto: alcuni effetti saranno infetti disponibili solo contestualmente allo scatto, ma non in fase di post produzione dell’immagine
Conclusioni finali
Gli investimenti verso lo sviluppo fotografico all’interno degli smartphone stanno rendendo i cellulari di nuova generazione sempre più efficaci e potenti e HTC One è un esempio di questa nuova classe di smartphone. Un dispositivo cioè capace di offrire risultati di prim’ordine in condizioni prima impensabili, come ad esempio la scarsa luminosità, le riprese notturne o le luci soffuse. Risultati che al momento sono raggiunti dalla sola tecnologia PureView di Nokia, l’unica ad avvicinarsi al Ultrapixel di HTC; lo stesso iPhone di Apple, nonostante i miglioramenti generazione dopo generazione, in specifiche condizioni di scarsa luminosità resta ben lontano dai vertici dell’HTC One. Qui di seguito la galleria fotografica completa con immagini non modificate.
Purtroppo però non è tutto oro quello che luccica al buio e la fotocamera di HTC One non brilla particolarmente in condizioni tutto sommato standard, dove ci saremmo aspettati un maggior numero di opzioni, oltre che performance di livello superiore, considerato soprattutto il rilievo dato a livello di marketing alla tecnologia Ultrapixel e alle pretese avanzate dall’azienda.
Se consideriamo poi l’interesse e l’utilità della nuova funzione Zoe, capace di aggiungere una nuova dimensione al processo di cattura video-fotografico, che viene reso così più semplice e allo stesso momento più dettagliato per l’utente, si resta nel complesso con una sensazione finale di amaro in bocca, consapevoli che la direzione è quella giusta ma che la realizzazione tecnica avrebbe potuto essere realmente migliore.