HP come Palm, almeno dal punto di vista della struttura da dare alla divisione che ha ereditato le tecnologie della società che ha inventato i palmari: da una parte la divisione sofware e dall’altra il gruppo hardware. La mossa studiata a Palo Alto per non disperdere il patrimonio acquisito con l’acquisto di Palm, viene anticipata da PreCentral che afferma di aver attinto l’indiscrezione da memo interni di HP. Secondo il sito Internet, la divisione hardware sarà sotto il controllo del Personal Systems Group (PSG) e continuerà a essere guidata da Stephen DeWitt; la divisione software, quella alla quale HP ha mostrato di tenere di più, sarà controllata dall’Office of Strategy and Technology di HP avendo come riferimento il direttore tecnico dell’azienda Shane Robinson.
La suddivisione delle divisioni hardware e software, come accennato, non è una novità per Palm: nel 2002 l’azienda annunciò la separazione della divisione software (denominata PalmSource) da quella hardware (diventata PalmOne), dando vita a due realtà totalmente separate tanto da essere quotate separatamente in borsa; una mossa che ad ogni modo non ebbe molto successo: anzi, a dirla tutta, fu un errore clamoroso, tanto che qualche anno dopo il sistema fu comprato dalla società ACCESS per 324 milioni di dollari. Succesivamente ACCESS cedette di nuovo gli assetti del gruppo software a Palm che diede poi vita ad un nuovo sistema operativo denominato webOS.
La divisione in due parti dell’ex Palm per HP ha due scopi: mettere WebOS fuori dal controllo del PSG che ha interessi troppo diversi e mantenere in vita sistema e servizi sotto le ali dell’Office of Strategy and Technology (OS&T), una sorta d’incubatore che si occuperà dello sviluppo software di webOs, di curare i rapporti con gli sviluppatori, di stabilire nuove strategie di mercato per la diffusione del sistema e di fornire gli update per i dispositivi. Come noto sembra che HP abbia ancora qualche ambizione per webOs; tra le prospettive: la creazione di dispositivi di rete, stampanti e accessori basati su di esso e la cessione in licenza del sistema operativo a terze parti, interessate a costruire tablet e smartphone su un OS diverso da Android e Windows.
[A cura di Mauro Notarianni]