HP ha recentemente inviato un memo ai suoi dipendenti statunitensi con delle linee guida sull’abbigliamento imposto in azienda, un “dress code” definito “ridicolo” da Forbes. Nelle regole in questione si legge che “gli uomini dovrebbero evitare di arrivare in ufficio in T-shirt senza colletto, jeans sbiaditi o strappati, pantaloncini, cappellini da baseball e accessori simili, abbigliamento sportivo, sandali e scarpe aperte”. Alle donne è richiesto di evitare di indossare minigonne, jeans sbiaditi o strappati, camicette scollate, sandali, tacchi a spillo e troppi gioielli”.
HP si dice preoccupata dai clienti che visitano gli uffici, affermando che questi potrebbe avere un’impressione negativa sulla società. L’azienda ha recentemente detto basta al telelavoro, costringendo molti lavoratori dipendenti a presentarsi in ufficio per lavorare. Mentre molte aziende più lungimiranti e progressiste guardano avanti, HP sembra fare passi in direzione opposta, trasformando l’ambiente di lavoro in quello che ricorda le vecchie aziende degli anni ’80.
Il problema, spiega Forbes, non sono le linee guida sull’abbigliamento ma quello che tutto ciò implica: conformità, concentrarsi sulle cose sbagliate, non sostenere i lavoratori e diventare palesemente incapaci di essere innovativi.