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HP, addio all’hardware touch e al mercato dei tablet

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È durato poco, pochissimo un battito di ciglia quando si parla di strategie aziendali, il sogno di HP di competere con Apple nel campo dei tablet. La società di Santa Clara ha infatti annunciato oggi la dismissione della linea TouchPad, la rinuncia a produrre computer touch e la chiusura del business hardware acquisito con l’incorporazione di Palm.

L’addio al mondo dei tablet è una sorta di fulmine a ciel sereno anche se da qualche settimana chiunque sedesse in uno degli osservatori del settore poteva facilmente scorgere, anche senza l’uso di cannocchiali, acque molto tempestose nel mare che circondava il primo e unico, a questo punto, tablet HP. Prima Jon Rubinstein, già a capo della divisione iPod, poi CEO di Palm, infine capo del gruppo WebOs in HP, era stato dimissionato e spostato (o forse pre-pensionato) collocandolo nel settore innovazione, poi sono arrivati i tagli di prezzo e le voci su montagne di prodotti invenduti. Anche qui a Macity, proprio ieri, ipotizzavamo che qualche cosa stesse per accadere, ma che tutte le ambizioni del maggior produttore al mondo di computer di creare un nuovo business cavalcando l’onda dei tablet potessero essere riposte tanto frettolosamente, a sei mesi dall’annuncio e a un mese dalla commercializzazione del primo dispositivo della generazione, nessuno se lo sarebbe potuto attendere.

quartier generale HP

L’annuncio di HP è inatteso anche perché il Touch Pad era considerato probabilmente il migliore dei concorrenti di iPad, superiore per funzioni e solidità del sistema operativo ai prodotti Android. Anche l’hardware veniva considerato di elevata qualità e prestazioni e il mercato sembrava avere recepito la solidità del prodotto che, non a caso, come riferito solo poche ore fa, era al secondo posto nelle preferenze dei consumatori americani nelle intenzioni di acquisto. Unico limite percepito la ridotta disponibilità di applicazioni.

La frettolosa sepoltura dell’hardware WebOs (non del sistema operativo che sembra sarà reimpiegato in altri dispositivi che potrebbero essere le stampanti) è stata determinata  dalla decisione di realizzare uno spin off, non ancora ufficializzato ma dato per scontato da autorevoli fonti di informazione, della divisione PC di cui si sta parlando largamente nel corso delle ultime ore. La cancellazione di ogni ambito che non produce significativo introito o non ha speranze di produrne è parte essenziale di una strategia per rendere credibile agli occhi del mercato l’operazione che separerà stampanti, dispositivi di archiviazione, dispositivi di rete, software e servizi,  server dai computer personali, e probabilmente l’hardware touch è stato giudicato come uno dei rami secchi da tagliare senza indugi.

HP sta subendo pesanti contraccolpi dal calo del mercato dei PC che sta colpendo in tutte le aree del mondo con cali di vendite percentuali sopra il 20%. La società ora condotta da Leo Apotheke, che ha preso il posto di Mark Hurd dimessosi per uno scandalo personale, ha già diminuito per due volte le previsioni di fatturato e di profitto per l’anno fiscale in corso. Alla fine del processo di separazione dal gruppo PC HP si impegnerà per incrementare ricerca, sviluppo e offerta nell’ambito software e in particolare nel cloud. In questa ottica entra il tentativo di acquisizione di Autonomy, una delle più importanti società di software al mondo, la seconda in Europa con 7 miliardi di dollari di capitalizzazione, specializzata in infrastrutture software per le imprese, data mining, riconoscimento di pattern, knowledge management. HP avrebbe offerto 10 miliardi di dollari per Autonomy, una cifra che più chiaramente di ogni altra cosa dice quanto strategicamente influente sarà l’acquisizione della società nata dal centro ricerche di Cambridge.

touchpad

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