Apple rilancia negli altoparlanti intelligenti presentando Homepod di seconda generazione che nel listino va ad affiancarsi ad HomePod mini: si tratta del terzo speaker di Apple con Siri a bordo, se si considera l’originale HomePod (mai commercializzato ufficialmente in Italia) e il successivo HomePod mini (qui la recensione).
In questo articolo mettiamo a confronto HomePod di seconda generazione con HomePod mini, ben consapevoli ovviamente che si tratta di prodotti appartenenti a fasce differenti: con questo confronto non vogliamo eleggere un vincitore, piuttosto segnalare le differenze e aiutarvi nella scelta.
Design
La prima evidente differenza tra HomePod di seconda generazione e il modello mini è certamente il design. In questo caso non esiste un canone oggettivo per preferire l’uno o l’altro, ma qui i gusti personali di ciascuno faranno certamente pendere l’ago della bilancia in favore all’uno o dell’altro. Non è, però, solo una questione di estetica, ma anche di dimensioni.
Mentre HomePod di seconda generazione ricalca fedelmente l’estetica dell’originale modello, seppur con qualche differenza nella parte alta dedicata ai controlli di Siri, HomePod mini è certamente più discreto. In altezza HomePod mini è circa la meta della sua controparte più grande, mentre in larghezza occupa circa i due terzi dell’HomePod più grande.
Traducendo tutto in numeri: HomePod di seconda generazione misura 168 mm in altezza x 142 mm in larghezza, mentre il mini è alto 84,3 mm e largo 97,9mm. Anche il peso è estremamente differente, con il più grande che fa sentire i suoi 2,3 kg, mentre il mini pesa appena 345 grammi.
Entrambi godono di una forma arrotondata, anche se il mini si presenta più come una palla, quasi a voler richiamare gli ormai iconici altoparlanti Echo Dot di Amazon, mentre HomePod di seconda generazione ricorda più un Nest audio, seppur di forma più cilindrica. Entrambi condividono la stessa copertura con tessuto a rete, ed entrambi evitano pulsanti fisici in bella vista.
Piuttosto, offre un esclusivo pannello touch sulla parte superiore, che è possibile toccare per riprodurre musica, metterla in pausa, saltare brani, tornare indietro nell’ascolto, attivare Siri e regolare il volume. E’ chiaro che l’area touch su HomePod di seconda generazione è molto più grande, ma a livello di funzionalità possono essere comparati.
Altre differenze evidenti sono le colorazioni. Mentre HomePod più grande è disponibile soltanto in bianco e nero (che Apple chiama mezzanotte), il mini aggiunge a queste due classiche colorazioni anche il giallo, l’arancione e il blu. L’estetica è, dunque, ben diversa tra i due modelli ed è sufficiente guardarli, anche distrattamente, per accorgersi che si tratta di dispositivi davvero diversi. Entrambi i modelli, comunque, risultano eleganti, con finiture e materiali premium.
Caratteristiche e funzionalità
Strano a dirsi, ma i due modelli condividono il 90% delle funzionalità, anche se in quel 10% mancante troviamo caratteristiche che fanno la differenza in termini di qualità sonora: tradotto in altri termini vuol dire che HomePod e HomePod mini permettono di fare praticamente le stesse identiche cose, ma quanto a riproduzione musicale, il più grande tra i due fa davvero la differenza.
Entrambi i modelli permettono di riprodurre musica, radio, podcast da servizi come Apple Music, TuneIn, oltre a poter sfruttare Siri per ottenere risposte su notizie, meteo, appuntamenti, e altro ancora.
Entrambi, inoltre, sono dotati di supporto AirPlay 2, così da poter riprodurre audio da altri servizi non direttamente supportati dall’altoparlante, inviando il flusso da un iPhone o iPad. Ancora, entrambi modelli possono misurare temperatura e umidità in casa, a partire dall’aggiornamento iOS 16.3.
Ancora, l’app Dov’è su HomePod permette all’utente di individuare i propri dispositivi Apple, per esempio un iPhone, riproducendo un suono sul dispositivo smarrito. Con Siri, l’utente può anche chiedere dove si trovano le persone care che hanno deciso di condividere la loro posizione tramite l’app.
Ancora, entrambi sono potenzialmente in grado di rilevare determinati suoni, come ad esempio il rompersi di un vetro, informando l’utente tramite apposita notifica su iPhone. Questa funzione non è ancora disponibile, ma dovrebbe arrivare in primavera.
Entrambi funzionano come vivavoce da abbinare ad iPhone per amplificare e far sentire dal vivo l’audio del chiamante ad alto volume. Entrambi supportano la funzione Interfono per comunicare all’interno della casa con messaggi inviati anche da iPhone.
Entrambi hanno a bordo una radio wireless Wi-Fi, Bluetooth e Thread: la prima serve ovviamente a collegarsi al router di casa e alle sorgenti che spediscono la musica via AirPlay 2, il secondo a configurarsi direttamente da iPhone e controllare le periferiche domotiche con Bluetooth a bordo, il terzo a controllare le periferiche domotiche con lo standard più recente ed efficiente che gestisce reti mesh ed è controllabile direttamente sia con Apple Home (o se preferite Homekit) che con Matter: a tal proposito sia Homepod di seconda generazione che Homepod mini funzionano come Border Router per il nuovo standard.
Infine, entrambi i modelli supportano l’audio stereo abbinando due altoparlanti insieme; da notare, però, che per poter creare una coppia stereo, i due HomePod devono essere dello stesso modello, quindi due HomePod mini, due HomePod (seconda generazione) oppure due HomePod (prima generazione).
Insomma, la lista delle funzioni è per lo più condivisa da ambo i modelli: non sembra esserci una cosa che l’altro non sia in grado di fare. A livello di funzionalità, dunque, nessuno dei due primeggia sull’altro.
HomePod e HomePod mini, le differenze
Audio spaziale e rilevamento dello spazio. Al di là della qualità audio e delle componenti hardware, sono queste le caratteristiche esclusive che si ritrovano su HomePod di seconda generazione. L’audio spaziale funziona con contenuti compatibili nelle app supportate, non tutti i contenuti sono disponibili in Dolby Atmos.
Anzitutto, però, è bene capire cosa sia l’Audio Spaziale. Questa funzione, secondo Apple, consente agli artisti la possibilità di creare “esperienze audio immersive” caratterizzate da un suono limpido e multidimensionale, permettendo di riprodurre musica offrendo la sensazione che provenga da ogni punto intorno a chi ascolta, e anche dall’alto.
Il rilevamento dello spazio, come suggerisce lo stesso nome, permette a HomePod di eseguire una scansione della stanza, ottimizzando l’audio di conseguenza. HomePod di seconda generazione è capace di riconoscere le riflessioni acustiche provenienti dalle superfici vicine; in altri termini è in grado di determinare se è posizionato contro una parete, oppure no, adattando il suono in tempo reale, migliorando l’esperienza di ascolto.
Qualità del suono
I primi test Usa sono già molto chiari sulla qualità di HomePod di seconda generazione. Ovviamente si attendono prove più ampie, ma non vi sono dubbi che oggettivamente sarà superiore a quella di HomePod mini. Questo per via delle componendi interne di cui è dotato il più grande dei due modelli.
Al suo interno, infatti, sono intallati un Woofer ad alta escursione da 4 pollici e cinque tweeter beamforming in array. Apple promette così bassi profondi e ricchi, oltre a frequenze alte di qualità, grazie a un potente motore audio che può espandere il diaframma di ben 20 mm, e del microfono con equalizzazione che regola le basse frequenze in modo dinamico e in tempo reale.
I cinque tweeter beamforming, invece, disposti in array intorno alla base, permettono di ottimizzare le frequenze alte per produrre un audio dettagliato, ricco di sfumature e nitido, soprattutto per voci e strumenti.
Inoltre, grazie al nuovo chip S7 di HomePod 2, Apple sta promette di offrire “audio computazionale ancora più avanzato”. E’ chiaro che sarà necessario attendere l’arrivo sul mercato per i test effettivi, ma ci si aspetta sin d’ora che il divario tra HomePod di seconda generazione e il modello mini sia ancor più marcato di quanto non lo sia stato tra l’originale HomePod e HomePod mini.
Quale scegliere
E’ chiaro che se siete alla ricerca di un altoparlante da utilizzare principalmente, o esclusivamente, per ascoltare musica, allora dovrete rivolgere l’attenzione verso HomePod di seconda generazione. Anche se al momento i test sono limitati agli USA, non ci possono essere dubbi sulla qualità sonora: HomePod 2 vincerà a mani basse sul fratello minore. Non ci sono possibilità che il mini suoni meglio della periferica più grande.
Se, invece, cercate solo un assistente vocale per la gestione delle periferiche smart in casa, o magari per un ascolto musicale o di podcast non troppo attento, allora HomePod mini è certamente la scelta preferibile, considerando che ha praticamente le stesse funzionalità del modello più grande, ad un terzio del prezzo.
HomePod 2023 e HomePod mini, prezzi
Già, perché la qualità sonora di HomePod di seconda generazione si farà sentire, non solo in termini di ascolto, ma anche di prezzo: mentre il mini costa 109 euro, HomePod di seconda generazione ha un listino di 349 euro.