Umberto Eco li aveva paragonati alla Chiesa cattolica e a quelle protestanti. I movimenti new global si erano chiesti quale era di destra e quale di sinistra. Ma finora nessuno aveva gettato nella mischia Hillary e Obama, i due candidati democratici alla presidenza che oggi se la giocano nel Supermartedì delle primarie.
à il New York Times a lanciare la provocazione: Obama è Mac e Hillary invece è Pc. Perché? Da un lato Barack Obama è creativo, modaiolo, divertente, controcorrente. Proprio come il Mac. Invece Hillary Rhodam Clinton è seriosa, istituzionale e pure un po’ bacchettona. Proprio come il Pc.
A fare da leva a questa analisi degna del miglior Roland Barthes è stata la vista dei siti dei due candidati. Quello di Obama/Mac è bianco, arioso e con aggraziato stile. Quello di Hillary/Pc invece è strillato, a caratteri cubitali e con la bandiera a stelle e strisce. Più diversi non potrebbero essere. Ma più diversi non possono non essere nei risultati, sostiene il Times. Hillary, come il Pc, gioca per raccogliere il consenso di massa. Per fare numero e vincere nel maggioritario. Obama è più di élite e potrebbe vincere nel solo stato del Vermont, quello storicamente più “liberal” di tutti gli Usa. O almeno, così si potrebbe argomentare.
In realtà questa come molte altre analisi, a parte il divertente e irriverente paragone, è costruita più per il gusto di stupire il lettore che non per far passare i messaggi sino in fondo. Obama, candidato della minoranza di colore degli Usa e fiero sostenitore di una politica di inclusione, nel rispetto delle tradizioni culturali e religiose, è in realtà un candidato che unisce. Mentre Hillary, esperta politica che ha già “servito” due turni alla Casa Bianca come first lady e rappresenta una delle migliori opzioni di sempre per portare alla guida degli Usa una donna, è una candidata che divide. Il contrario di quanto accade, per dire, con Mac e Pc. Il primo divide gli appassionati dal resto del mondo, nonostante le ottime qualità , il secondo unisce nella comune sorte omologante devota al culto della compatibilità a tutti i costi.
Comunque, alla fine, vada come vada quella tra Mac e Pc rimane una divisione che appartiene al regno delle scelte personali e che non si riflette sulla politica di una nazione tra le più potenti al mondo. Con un’ultima postilla: la storia tra Mac e Pc è in realtà la storia tra Steve e Bill. Il primo, vicino peraltro alla famiglia Clinton oltre che ad Al Gore, il secondo di più consolidata fede repubblicana. Entrambi però accomunati dal fatto che sono portatori di una storia semplice ed universale, affascinante da raccontare ed ascoltare: l’eterno conflitto tra due geni e avversari che si stimano, vincendo in maniera differente premi diversi. Hillary e Obama, portatori di una storia conflittuale più opaca e in qualche modo inquietante, sono meno divertenti da raccontare o ascoltare. Ma più importanti.
Grazie della segnalazione a Paolo Craighero