Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » Hi-Tech » AI - Intelligenza Artificiale » Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita

Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita

La settimana scorsa è arrivata la confessione che nessuno voleva sentire: Apple ha rimandato a data incerta il rilascio delle funzionalità di intelligenza artificiale per Siri annunciate con grande clamore lo scorso giugno. Quelle che dovevano permettere all’assistente vocale di accedere alle informazioni personali degli utenti e controllare le app con maggiore precisione non arriveranno più con iOS 18.4, originariamente previsto per aprile, né con iOS 18.5 (più o meno) a maggio.

Ora l’azienda dice vagamente che arriveranno “nel corso dell’anno prossimo”, una formula che lascia aperta qualsiasi porta e scatena mille dubbi. Le cose vanno molto peggio del previsto, evidentemente, e i segnali che arrivano da Cupertino fanno presagire una crisi di proporzioni considerevoli nel settore che dovrebbe essere il futuro dell’azienda. Apple rischia di chiudere? Gli iPhone smetteranno di funzionare? No.

Alle conseguenze pratiche e tecniche del ritardo e alle sue ragioni, abbiamo dedicato ieri un articolo, qui vogliamo invece riflettere sul fatto che in conseguenza di questo ritardo Apple può perdere la faccia e una montagna di soldi. E, soprattutto, di prendersi la nomea di azienda che non è più innovativa.

Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita - macitynet.it

Pasticcio epico

Non ce lo nascondiamo: il pasticcio è di quelli epici. Apple da sei mesi sta trasmettendo spot televisivi che pubblicizzano funzionalità non ancora disponibili e forse irrealizzabili nella forma promessa. Ha lanciato l’iPhone 16 lo scorso autunno vantandosi che fosse “costruito da zero per Apple Intelligence“, un’espressione che ora suona come una barzelletta che non fa ridere.

A quasi due anni dall’annuncio di Apple Intelligence, gli utenti non hanno ancora accesso a tutte le funzionalità promesse, come la capacità di Siri di controllare le app in modo più sofisticato. E adesso abbiamo scoperto che potrebbero dover aspettare persino oltre il lancio dell’iPhone 17, previsto per il prossimo settembre. È una brutta faccenda.

Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita - macitynet.it
Apple Park – Photo Settimio Perlini

A rendere la situazione ancora più imbarazzante c’è il fatto che le modifiche a Siri finora rilasciate (l’integrazione con ChatGPT, la possibilità di scrivere invece di parlare e la nuova interfaccia luminosa) non rappresentano cambiamenti nella tecnologia sottostante. Sono solo abbellimenti superficiali che non risolvono i problemi strutturali dell’assistente vocale, che rimane anni luce indietro rispetto a quelli della concorrenza. E mentre Apple arranca, Amazon lancia Alexa+, mentre Google e Samsung hanno già integrato l’AI in profondità nei loro dispositivi. Loro fanno tutto benissimo e tutto perfetto? Certamente no.

Però questa AI è un po’ così: maramalda e truffatrice, ma anche concreta e capace di fare cose. Cioè, quella degli altri è capace di fare cose, perché quella di Apple a quanto pare riesce a fare molto poco.

Guardare prima di mettersi a fare

Le informazioni che trapelano da Cupertino dipingono un quadro a tinte fosche. Secondo fonti interne risprese dalla stampa incluso Bloomberg, il software chief Craig Federighi e altri dirigenti hanno espresso serie preoccupazioni sul fatto che le funzionalità non funzionassero correttamente o come pubblicizzato durante i loro test personali.

Non si tratta di piccoli bug da sistemare, ma di problemi fondamentali che potrebbero richiedere di ricominciare da zero. Gli ingegneri hanno cercato disperatamente di risolvere una serie di bug nel progetto, ma il lavoro non ha dato i frutti sperati.

Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita - macitynet.it
Craigh Federighi – Photo Settimio Perlini

Alcuni all’interno della divisione AI di Apple ritengono che il lavoro sulle funzionalità possa persino essere abbandonato del tutto, costringendo l’azienda a ricostruire le funzioni promesse da zero. Questo significherebbe aspettare la prossima generazione di Siri, che Apple spera di iniziare a implementare nel 2026.

Ma anche questa tabella di marcia sembra ottimistica: le basi per un’esperienza conversazionale simile a ChatGPT potrebbero essere pronte solo per iOS 19 nel 2026, mentre l’interfaccia che gli utenti sperimenteranno probabilmente non arriverà fino a iOS 20 nel 2027.

Il dilemma

Un problema cruciale sembra essere l’hardware necessario per far funzionare i modelli di AI più potenti direttamente sui dispositivi. Apple si trova di fronte a un dilemma: o riduce il set di funzionalità previste, o fa girare i modelli più lentamente sui dispositivi attuali o più vecchi. Entrambe le opzioni sono dolorose e richiederebbero di aumentare le capacità hardware dei prodotti futuri per far funzionare le funzionalità a piena potenza, rendendo di fatto obsoleti gli iPhone 15 Pro e 16 che invece sono stati appena venduti come “pronti per l’AI”.

Questa sarebbe una vera e propria Caporetto di immagine che potrebbe alienare parecchi milioni di utenti fedeli, perché, come i piccoli risparmiatori, anche gli utenti di smartphone che hanno speso 1500 euro per un modello di punta hanno la memoria dell’elefante e il coraggio del topolino. In altre parole, se si prendono quella che percepiscono come una fregatura poi non ci vogliono più ricascare.

Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita - macitynet.it

Dietro le quinte del disastro

La crisi ha raggiunto un punto critico tale che parecchi dipendenti Apple (dice Bloomberg) si stanno chiedendo se il Ceo Tim Cook o il consiglio di amministrazione debbano intervenire per cambiare la leadership del gruppo AI. La convinzione interna è che, senza cambiamenti significativi, Apple continuerà a rimanere indietro. All’inizio di quest’anno, l’azienda ha chiamato Kim Vorrath, una veterana della leadership software, per aiutare il team, ma potrebbe essere troppo poco e troppo tardi.

Il ritardo attuale mette in discussione non solo la roadmap dell’intelligenza artificiale, ma anche i piani di Apple per la casa intelligente. In un momento in cui i concorrenti stanno integrando le loro AI negli elettrodomestici e nei sistemi domotici, Apple resta bloccata con un HomePod dalla funzionalità limitata e un ecosistema HomeKit che fatica a decollare. La nuova generazione di prodotti per la casa intelligente, già in ritardo, potrebbe subire ulteriori rinvii a causa della necessità di riorientare le risorse per salvare Siri.

Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita - macitynet.it

Cose possibili e impossibili

È tutto perduto? Ovviamente no. Ci sono momenti nei quali sapremo se la strategia si salverà oppure no. Ci aspetta ad esempio la conferenza degli sviluppatori, appuntamento notevole per fare il punto sulle novità e che quest’anno è prevista per giugno. Ma secondo le indiscrezioni non porterà novità rivoluzionarie sul fronte dell’AI. Invece di mostrare nuove funzionalità straordinarie, Apple si concentrerà sull’integrare Apple Intelligence in più applicazioni, un chiaro segno che l’azienda sta ridimensionando le aspettative. È un approccio prudente, ma che non farà altro che evidenziare ancora di più il ritardo accumulato rispetto alla concorrenza.

Tim Cook si trova ora di fronte a scelte difficili che potrebbero cambiare nettamente il futuro dell’azienda. Cook potrebbe decidere di ripartire da zero, licenziando l’attuale team di AI e assumendo nuovi talenti. Oppure potrebbe optare per acquisizioni strategiche di startup specializzate in AI, un approccio che Apple ha utilizzato in passato per colmare lacune tecnologiche. O ancora, potrebbe decidere di abbandonare l’approccio on-device e abbracciare modelli basati sul cloud, contraddicendo anni di retorica sulla privacy e il bisogno di riservatezza.

Qualunque sia la soluzione, purtroppo il danno d’immagine è già fatto e le conseguenze si faranno sentire. Apple ha costruito la sua reputazione sulla capacità di offrire prodotti che funzionano perfettamente fin da subito, evitando di promettere ciò che non può mantenere. Con questo rinvio, quell’immagine di affidabilità subisce un colpo molto netto. I consumatori potrebbero iniziare a chiedersi se valga ancora la pena pagare di più per dei dispositivi che, in un’area cruciale come l’intelligenza artificiale, sono in ritardo rispetto alla concorrenza.Hey Siri, le strade possibili sono tutte in salita - macitynet.it

Il rischio più grande

Il rischio più grande, però, è che Apple stia perdendo la guerra dei talenti nell’intelligenza artificiale. Perché non sono tantissimi e preferiscono andare in altre aziende. Infatti, i migliori ricercatori e ingegneri vengono attirati da aziende come OpenAI, Anthropic e DeepMind, o dai programmi ben finanziati di Google e Microsoft, Apple fatica a posizionarsi come una azienda attraente in questo settore. E nel mondo dell’AI, chi resta indietro anche di poco poi rischia di rimanere indietro per sempre, perché il divario tecnologico si allarga esponenzialmente. È una corsa che Apple non può permettersi di perdere, ma che al momento sembra stia guardando dal ciglio della strada mentre cerca di cambiare due o tre gomme a terra.

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Offerte Speciali

Prezzo Apple Watch 10, In Italia da 459 euro

Apple Watch 10 crolla al minimo storico, prezzo da 339€

Amazon sconta ancora Apple Watch 10. Portate a casa il più innovativo degli Apple Watch degli ultimi anni con un risparmio fino a 100€. Versione da 42mm a solo 339 €
Pubblicità
Pubblicità

Ultimi articoli