A gennaio ci furono 3.500 licenziamenti. A maggio altri 4mila. E’ cambiato il capo delle finanze, mentre il vicepresidente a capo del business dei telefoni cellulari, Ron Garriques, ha mollato per andarsene a lavorare per Dell. E queste sono le buone notizie.
Per le cattive, ci pensano gli annunci ufficiali in materia di profitti e fatturati: Motorola ha rivisto le previsioni del suo secondo trimestre del 2007, che doveva essere allineato ai 9,4 miliardi di dollari di fatturato del primo, e che invece sarà “da qualche parte” tra gli 8,6 e gli 8,7 miliardi. Ancora, la previsione per l’intero anno fiscale che vedeva come profittevole la divisione che produce telefoni cellulari è stata rivista e adesso – alla fine del 2007 – anziché di contare i profitti si parlerà di misurare le perdite.
Gli investitori, soprattutto Eric Jackson, stanno cominciando a innervosirsi. L’azienda, che ha un valore di mercato di 41,55 miliardi, è al terzo trimestre consecutivo di revisione delle stime verso il basso. Vale a dire, in altre parole, di obiettivi sul mercato mancati dalla dirigenza. Il primo trimestre del 2007 ha infatti segnato una perdita netta di 181 milioni di dollari, ovvero una perdita di utili operativi di 366 milioni. Nelle casse di Motorola in questo momento il saldo netto del contante è negativo per 475 milioni di dollari.
Cosa vogliono Jackson e alcuni altri investitori? Sostanzialmente la testa di Ed Zander, il Ceo dell’azienda. L’uomo, 60 anni, a capo dal gennaio del 2004 di Motorola viene da Silver Lake Partners – fondo di investimenti e private equitiy – ma sopratutto da Sun Microsystems, che ha co-fondato e della quale è stato presidente oltre che capo delle operazioni (Chief operation officer). Sostituire lui cioè avere un “piano B”, vuol dire in sostanza rifondare di nuovo Motorola dopo che l’entrata di Zander aveva significativamente portato la società verso una serie di nuove scommesse e tagli radicali, tra i quali la sezione che produceva le Cpu in alleanza con Ibm e Apple – scorporata e fatta diventare l’attuale Freescale. Nomi per il possibile successore di Zander ancora non ne circolano, ma dal punto di vista del Ceo di Motorola forse questa è l’ultima delle preoccupazioni: a lui interessa di più capire dove potrebbe andare dopo l’esperienza di Motorola…