Dopo aver tanto fatto attendere, Hasselblad presenta la soluzione per utilizzare gli obiettivi storici della serie V sulla nuova digitale “da campo” X1D–50c. Fortunamente l’adattatore funziona proprio con tutte le linee di obiettivi della serie V: obbiettivi C, CB, CF, CFI, CFE, F e FE.
L’adattatore XV Lens Adapter fornisce la compatibilità con ciascun obiettivo solo in modalità otturatore elettronico, trovando così il modo di far funzionare massicci obiettivi ad otturatore centrale (quindi ciascuno con il suo otturatore olltre al diaframma e alla messa a fuoco) su un moderno corpo digitale. Con l’adattatore non è possibile utilizzare l’otturatore centrale degli obiettivi e questo alla fine è un vantaggio perché consente di evitare la parte più a rischio di sfasatura del complesso e delicato meccanismo degli obiettivi con ottiche Zeiss prodotti per le Hasselblad.
Con un peso di 227 grammi, una lunghezza di 64 millimetri e un diametro di 84 millimetri l’aggiuntivo permette di recuperare il tiraggio degli obiettivi per i corpi del sistema V, cioè le macchine fotografiche a partire dallea 500c in su. Ciascuno di questi corpi è dotato di specchio per la messa a fuoco nel pozzetto e quindi richiede una distanza maggiore tra il punto centrale di fuoco dell’obiettivo e il piano della pellicola (o del sensore). Il cosiddetto “tiraggio” viene raggiunto con la separazione fisica che è possibile rispetto al sistema X1D completamente mirrorless.
Sullo store di Hasselblad attualmente l’obiettivo costa 239 euro tasse incluse. Il vantaggio sta nella possibilità di accedere a una biblioteca di obiettivi di qualità spettacolare, anche se bisogna fare due distinguo.
Il primo è relativo alla conversione della focale: il sensore medio formato Sony della X1D–50c è infatti più piccolo di un fotogramma medio formato 120 6×6, cioè di sei centimetri per sei centimetri (in realtà la superficie utile è di 56 per 56 millimetri) e ha un fattore 4:3. In particolare il sensore usato per il sistema X è di 23m9 per 43,8 millimetri. In questo modo, c’è da calcolare un fattore di crop rispetto al full frame (24x36mm) di 0,79. Il numero è inferiore a uno e quindi un obiettivo da 65 mm della X1D–50c equivale a un 51 mm full frame.
Il fattore di crop della pellicola 120 in 6×6, cioè del medio formato classico di Hasselblad e della biottica Rolleiflex, è di 0,55 rispetto al full frame 35mm. In questo caso un obiettivo 80 mm equivale a un 44 mm.
A complicare i calcoli c’è anche il fattore di forma della pellicola medio formato, che veniva utilizzata su corpi e con obiettivi diversi in vari tagli: da 6 x 4,5 cm (645), 6×6, 6×7, 6×8 e addirittura 6×9, cioè quest’ultimo molto panoramico. Siccome il fattore di crop è dato dalla diagonale del fotogramma, il numero cambia a seconda del tipo di lunghezza del fotogramma: 6×45 equivale a 0,62; 6×6 a 0,55; 6×7 a 0,5; 6×8 a 0,45 e 6×9 a 0,43.
Ci vuole un po’ di equivalenze matematiche ma si capisce che ad esempio il popolare obiettivo “normale” della serie C, il grande classico Planar 80mm F/2.8 Zeiss, equivalga per il 35mm a un 44 millimetri, mentre se viene montato su una X1D–50c diventa un 55,6 millimetri. Ancora, un obiettivo “mitico” com il Distagon 50mm f/4 Zeiss, che montato su una Hasselblad 500c a pellicola equivale a un 28mm, se montato su una Hasselblad 1XD–50c diventa un 35mm. (Nota: in tutto questo, qui si parla di focale equivalente, perché in realtà la geometria ottica, cioè deformazione e profondità di campo, rimane quella del valore assoluto: 80mm o 50mm)
La seconda considerazione: attenzione perché generazioni diverse di obiettivi Hasseblad, come di tutte le marche storiche che hanno cominciato montando vetri pensati per la pellicola, risolvono in modo diverso. E i più vecchi hanno una capacità di “vedere” inferiore alla risoluzione offerta invece dai sensori da 50 megapixel come quello della serie X. Il risultato, che ha potuto provare in prima persona chi scrive utilizzando un vecchio S-Planar 120mm F/5.6 Zeiss e scoprendo che le immagini venivano molto più morbide e indecise di quanto le diverse aperture e tempi non lasciassero immaginare (e invece quelle su pellicola fossero particolarmente ben definite e con uno spiccato microcontrasto).
Come indicazione, gli obiettivi Hasselblad adatti al “salto” in digitale sono quelli T* (T Star), cioè quelli dotati del trattamento antiriflesso multistrato Zeiss. La T sta per il tedesco “Transparenz” e indica l’effetto della protezione: prima dell’utilizzo di questo trattamento, infatti, una certa parte della luce veniva non solo rifratta dal vetro delle lenti dell’obiettivo ma anche riflessa nel passaggio dall’aria al vetro e dal vetro all’aria. In questo modi si otteneva non solo una diminuzione del contrasto generale dell’immagine, ma an che un aumento flare e l’insorgere di immagini fantasma del foro del diaframma.