Tecnologie di registrazione per gli HDD quale l’EAMR (Energy-Assisted Magnetic Recording) in grado di offrire una densità di area più alta grazie a un numero maggiore di bit per pollice (BPI) sulle tracce, e la HAMR (Heat-Assisted Magnetic Recording), in grado di spingere la densità per piatto, avranno un ruolo fondamentale nell’accelerare la capacità di archiviazione degli dischi rigidi negli anni a venire.
Stando a quanto riportato nel’International Roadmap for Devices and Systems Mass Data Storage di IEEE, nel 2028 vedremo dischi rigidi da 60TB; se la previsione si rivelerà esatta, vedremo raddoppiare la capacità di archiviazione degli HDD in quattro anni, qualcosa che non succedeva da anni. Secondo l’IEEE, inoltre, assisteremo a maggiori vendite degli HDD.
Il percorso di sviluppo indicato da IEEE dal 2022 al 2038 mostra 15 anni di evoluzione nel settore dei dischi rigidi. La spinta verso tecnologia HAMR nel 2024 è indicata come fondamentale per incrementare le capacità di storage degli HDD; questa tecnologia sfrutta un raggio laser che riscalda una minuscola area del piatto, riducendo l’intensità di campo del magnete nella testina necessaria per effettuare la scrittura. I punti magnetici per la memorizzazione dei bit possono essere quindi molto più piccoli e vicini, consentendo di aumentare la densità areale del piatto.
Gli ingegneri di IEEE prevedono HDD da 40TB nel 2025 e da 60TB nel 2026, raddoppiando i 30TB visti nel 2024. Entro il 2037 sono poi previsti dischi rigidi con capacità di storage da 100TB.
Per ottenere queste capacità, i produttori di HDD dovranno incrementare la densità areale dei piatti. Per ottenere i 40TB per drive, serviranno 2 TB/policce^2 e 4 TB/policce^2 nel 2028 per arrivare a 60TB. Entro il 2037 la densità areale dovrebbe arrivare a oltre 10 Tb/policce^2. L’incremento della densità areale richiederà l’uso di nuove leghe per i piatti (per aumentare la coercività magnetica del supporto), pellicole magnetiche e nuove testine di lettura/scrittura.
Mentre gli HDD stanno scomparendo dai sistemi destkop, così non è in ambito cloud, dove la stragrande maggioranza dell’archiviazione è basata su dischi rigidi.