Torna anche quest’anno l’Intel Business Challenge, il premio dedicato alle startup europee ad alto tasso di ricerca e innovazione organizzato dal colosso mondiale delle Cpu. Il concorso è aperto ai giovani tra i 18 ed i 34 anni e mette in palio premi in denaro e soprattutto una settimana dedicata all’incontro con venture capitalist e consulenti nella Silicon Valley. I progetti imprenditoriali devono avere alla base prodotti, brevetti o servizi tecnologici e applicazioni per il web o il mondo mobile. Sei gli ambiti cui è interessata Intel: sanità, People and society, energia green, Information and Communication Technology, biotecnologie e nanotecnologie. La data di scadenza è il 15 giugno e per partecipare è sufficiente mandare la propria bozza di progetto a Intel, tramite il sito dedicato alla Intel Business Challenge, dove è possibile trovare tutte le altre informazioni su come la domanda di partecipazione deve essere compilata e su come si svolgeranno le selezioni. La data e il luogo di premiazione sono ancora da definire. Quello che è certo è che i migliori classificati in questa selezione europea potranno partecipare all’ultima fase in California (probabilmente il prossimo autunno) per aggiudicarsi il primo premio finale.
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E a chi si sente già scoraggiato dalla portata europea e globale della sfida, basta ricordare i risultati dell’anno scorso: a vince l’Intel Business Challenge è stata una startup italiana, Sem+ fondata da tre giovani dell’Università Sant’Anna di Pisa (Silvano Furlan Alessandro Levi e Matteo Piovanelli) con l’età media al di sotto dei 30 anni, che hanno presentato un progetto per un touch screen di terza generazione: pieghevole e in grado di riconoscere la pressione esercitata. Nel giro di un anno, proprio in California, Sem+ è stata in grado di raccogliere milioni di euro, diventando una competitor dei grandi gruppi mondiali che si occupano di tecnologie multi tocco. Non vi basta? L’anno scorso c’era un’altra italiana tra quelle che sono volate nella Silicon Valley: si tratta di Tensive, che ha brevettato una protesi che replica la rete interna dei vasi sanguigni permettendo la rigenerazione dei tessuti.