I più anziani tra i nostri lettori e tutti quelli che hanno avvicinato il mondo Apple nell’era pre-iPhone quando ascoltano il termine “Evangelist” accostato a un qualunque prodotto o servizio tecnologico, pensano a una sola figura: Guy Kawasaki. L’hawaiano, venture capitalist e opinionista, fu l’artefice del concetto stesso di “evangelista” nel mondo della tecnologia e l’invenzione avvenne mentre era dipendente di Apple di cui seppe in parte forgiare l’immagine e propagandare i prodotti come pochi altri dopo di lui (Jobs a parte, ovviamente…). Fa dunque specie sapere che “l’Apple Guy” andrà a lavorare per Motorola, quindi per l’acerrima nemica di Apple: Google.
L’abbraccio con Mountain View l’ha comunicato lo stesso Kawasaki, uno dei pochi al mondo ad aver ottenuto il titolo di Apple Fellow, creato dalla stessa Apple per premiare i suoi migliori dipendenti (riconoscimento assegnato anche a Bill Atkinson, Steve Capps, Rich Page e Steve Wozniak), con un post sulla pagina Facebook dedicata ai suoi libri, facendo sapere che si occuperà di design, interfaccia utente, marketing e social media. “Motorola mi ricorda la Apple del 1998” dice Kawasaki, “un pioniere nel suo segmento di mercato, spinta dall’ingegneria e pronta all’innovazione”. “Penso che grandi prodotti possano cambiare tutto”, dice l’ora manager e saggista, ricordando come “la creazione dell’iMac G3 sia stato un evento fondamentale per Apple”.
Nel suo lavoro come consulente per Motorola, Kawasaki si occuperà di rafforzare le attese di Google che aveva messo le mani su quello che un tempo era uno dei marchi più noti e apprezzati nel mondo della telefonia. L’obiettivo è mettere in piedi una struttura per rendere più vitali i dispositivi Android dell’azienda e competere con Samsung.
[A cura di Mauro Notarianni]