C’era da aspettarselo. Dopo le schermaglie per interposta persona, in particolare per la penna di alcuni giornalisti “amici” mandati avanti con articoli nei quali si citavano “persone a conoscenza dei fatti” e “voci vicine a Mountain View” e nei quali si prevedeva battaglia sulla spinosissima vicenda dei brevetti di Nortel e Novell acquistati da consorzi che vedevano, tra altri, a braccetto anche Apple e Microsoft, Google si lancia direttamente nella contesa.
L’occasione per mettere sulla graticola l’iniziativa che ha condotto il CPTN Group e il Rockstar Group, nomi di battaglia dietro i quali si nascondeva una sorta di “associazione temporanea d’impresa” di realtà della tecnologia americana, ad acquistare i brevetti in vendita delle due grandi società sopra citate è un infuocato post sul blog ufficiale a firma di David Drummond, Senior Vice President e Chief Legal Officer di Google. Nel mirino finiscono tutti e tra i tutti soprattutto la strana coppia: Apple e Microsoft.
«Ho lavorato per decenni nel mondo della tecnologia – dice Drummond – e so che Apple e Microsoft si sono sempre guardate in cagnesco. Quando vanno a braccetto c’è da chiedersi che cosa stia succedendo e quel che succede è questo: Android sta andando benissimo. Ciò ha sollevato una massiccia campagna ostile di Apple, Microsoft e Oracle e altre società, campagna che viene condotta con una serie di brevetti fasulli»
Drummond, come facile intuire, si riferisce alla recente sconfitta in sede di asta nell’acquisizione di diversi brevetti cui Google era interessata (Novell e Nortel); alle cause per violazione di brevetti tramite cui Apple ha portato in tribunale HTC, Samsung, Barnes & Nobles e Motorola, agli accordi che alcuni produttori hanno dovuto stringere con Microsoft per la diffusione dei loro dispositivi e alla causa che vede contrapposti Google e Oracle per il codice di sviluppo di Android.
«Uno smartphone – prosegue Drummond – potrebbe coinvolgere 250.000 (in gran parte discutibili) rivendicazioni di brevetti, e i nostri concorrenti vogliono imporre una “tassa” per questi brevetti discutibili, che renderebbero i dispositivi Android più costosi per i consumatori. Vogliono rendere più difficile per i produttori vendere i dispositivi Android. Invece di competere con la creazione di nuove funzionalità o dispositivi, stanno combattendo per vie legali.” Secondo Drummond le sue concorrenti stanno anche investendo soldi che non sarebbero giustificati altrimenti: “hanno pagato 4,5 miliardi di dollari brevetti (quelli di Nortel NDR) che erano stati valutati 1 miliardo di dollari in fase d stima»
Il desiderio di Google è quello quindi di proteggersi da questi attacchi legali: “Stiamo valutando una serie di modi per farlo. Siamo incoraggiati dal fatto che il Dipartimento di Giustizia abbia costretto il gruppo che ho menzionato prima di concedere in licenza i brevetti ex Novell a condizioni eque, e che sta vagliando se l’acquisizione di Microsoft e Apple per i brevetti Nortel sia stata conclusa a scopi per anti concorrenziali. Stiamo anche cercando altri modi per ridurre la minacce anti concorrenziali contro Android rafforzando il nostro portafoglio di brevetti. Se non agiamo, i consumatori potrebbero affrontare l’aumento dei costi per i dispositivi Android, e un minor numero di scelte per il loro prossimo telefono.”
Nonostante l’aperta discesa in campo di Google, che questa volta punta il dito verso soggetti ben precisi, senza mezzi termini, per il momento l’unica mossa concreta di Mountain View è stata l’acquisizione di circa 1000 brevetti da IBM. Ma anche almeno uno dei componenti della strana coppia non sembra essersi fatta troppo intimorire: Apple sembrerebbe essere interessata all’acquisto dei brevetti di InterDigital, un portafoglio di circa 8.800 brevetti del valore di circa 5 miliardi di dollari una spesa che munitissime casse di Cupertino potrebbero sborsare quasi senza battere ciglio e che potrebbe significare nuovi guai per Android.