PC distrutti, accatastati a terra, stampanti, monitor che rilasciano le sostanze pericolose nel terreno, zone incendiate o razziate da sciacalli che cercano di ricavarne rame o argento. Secondo i dati di un’inchiesta di Greenpeace, questo è lo scenario che rispecchia lo stato dell’ottanta per cento dei centri di raccolta di rifiuti elettronici (cdr) in Italia.
Alcuni attivisti hanno allestito lo scorso venerdì una discarica davanti all’ingresso del Ministero dell’Ambiente. Al centro della discarica un’attivista vestita da bella addormentata a simboleggiare – a detta di Greenpeace – “la ministra Prestigiacomo che, nonostante denunce e sollecitazioni, rimane inerte”.
“Alta tecnologia diventa alta tossicità “afferma Greenpeace, e ancora: “Se i rifiuti elettronici, in continuo aumento, non sono gestiti correttamente e rilasciano nel territorio sostanze tossiche per la salute di tutti”.
L’associazione invita il Ministro dell’Ambiente “a fare il proprio lavoro e provvedere subito ad attuare gli anelli mancanti del sistema di gestione dei rifiuti elettronici”. Quello che si sollecita è l’emanazione di un decreto che imponga ai negozianti di ritirare gratuitamente un prodotto vecchio in caso di acquisto di un nuovo articolo di consumo. Attualmente se un cittadino volesse smaltire un PC rotto (senza acquistarne uno nuovo) lo dovrebbe consegnare al centro di raccolta comunale o privato; ma questo non sempre è possibile: i centri sono difficili da raggiungere, o addirittura inesistenti, molti sono abbandonati, o in condizioni di gestione pessima, che mettono a rischio il territorio che li ospita.
Ricordiamo che Greenpeace da anni ormai cerca di sensibilizzare il mondo su questa delicata tematica. Apple è stata coinvolta in prima persona con campagne ad hoc e anche azioni di protesta. Tra le altre da segnalare quella che venne allestita di fronte allo store Apple di Roma Est. Recentemente la Mela ha fatto progressi, riconosciuti dalla stessa Greeenpeace, nel settore ambientale. Nel nostro paese però non è attiva alcuna politica di ritiro di vecchi prodotti all’acquisto di computer Mac e non sono neppure state attivate campagne “spot” per la rottamazione dell’usato come quella avviata in Francia.
[A cura di Mauro Notarianni]