Ultimo posto in classifica. Ecco la poco lusinghiera posizione attribuita da Greenpeace ad Apple nella graduatoria periodica con cui assegna un voto alle società che producono telefoni cellulari e computer.
Apple è all’ultimo dei 14 posti della graduatoria per le ragioni ormai note e pubblicate più volte nel corso della campagna che oppone, ormai da mesi e mesi, l’associazione ambientalista al produttore di Cupertino. Secondo Greepeace, in particolare, Apple non ha fissato alcuna tempistica precisa per l’eliminazione di prodotti tossici e nocivi come il policloruro di vinile e di non avere una politica di ritiro dei suoi prodotti su scala internazionale.
Davanti ad Apple agli ultimi posti si trovano Panasonic ed LG, al primo posto c’è Lenovo che ha superato Nokia, prima nella precedente classifica.
Apple come accaduto in altre occasioni ha respinto le ragioni di Greenpeace e i criteri con cui è stata stilata la classifica appellandosi ad altri elenchi giudicati più oggettivi e stilati da enti come l’Institute of Electrical and Electronics Engineers e i Green Electronics Council, un istituto controllato dalla U.S. Environmental Protection Agency. In queste graduatorie Apple non figura in posizioni particolarmente negative e, anzi, è davanti a Lenovo e Dell che invece Greenpeace giudica più “pulite” di Apple. Chi sostiene la posizione di Cupertino sottolinea che nessun grande produttore ha ancora eliminato le plastiche viniliche e i bromurati e che Apple produce, per le sue dimensioni sul mercato, molti meno rifiuti tossici della concorrenza. Da tempo Apple sostiene anche che Greenpeace ha messo nel mirino i suoi prodotti per la visibilità che una campagna contro la Mela produce a livello internazionale.
Iza Kruszewska, portavoce di Greenpeace, ha ammesso che i criteri di giudizio possono essere soggettivi, ma ha anche sottolineato che la dimensione delle aziende non è stata presa in considerazione appositamente per concentrarsi sulle loro prestazioni assolute invece che quelle relative. Greepeace avrebbe anche comunicato alle aziende i parametri con cui sarebbero state elaborate le classifiche, cercando anche di contattare Apple.
Da Cupertino però, dice il gruppo ambientalista, ci sarebbe solo silenzio almeno da quando è stato lanciato il sito greenmyapple.org (qui la versione in Italiano). Se prima alcuni rappresentanti di Apple partecipavano alle conferenze durante le quali Greenpeace spiegava i criteri di giudizio, pur senza avere modificato le sue politiche ambientali, da qualche mese non si fa più praticamente sentire.