“War Phones” è il nuovo progetto del fotografo e artista contemporaneo Henry Hargreaves: iPhone e altri telefoni diventano il veicolo di un messaggio di pace e un tributo ai soldati gridato attraverso scritte provocatorie su superfici metalliche, in un’atmosfera che sa ancora di guerra, di vissuti difficili, di vite spezzate. Un no alla guerra diverso, raccontato attraverso la tecnologia.
Per i suoi scatti (presentati negli scorsi giorni proprio sul sito ufficiale del fotografo) dedicati al “no alla guerra” Henry Hargreaves – artista contemporaneo famoso per l’uso del cibo e della tecnologia nelle sue opere che raccontano la realtà e i consumi di oggi – ha scelto di utilizzare alcuni iPhone e di altri telefonini a conchiglia e di scrivere sulla superficie della parte posteriore dei cellulari le frasi centrali nel progetto War Phones.
L’idea di Henry Hargreaves è quella di dire no alla guerra attraverso uno strumento di uso comune dei soldati, ispirandosi agli Zippo dei soldati del Vietnam: come negli anni della guerra in Vietnam i soldati utilizzavano gli accendini Zippo per gridare i propri messaggi di pace, il fotografo ha deciso di utilizzare iPhone per veicolare il messaggio di tributo ai soldati che si sacrificano per la Patria.
Gli Zippo erano a disposizione dell’esercito americano sin dagli anni Quaranta e i soldati, che non potevano modificare la propria uniforme senza ricevere punizioni, li personalizzavano con scritte, disegni, vignette, ricordi personali e famosi sono diventati gli accendini per la Pace.
Henry Hargreaves ha deciso di riprodurre su iPhone le frasi recuperate sugli Zippo del Vietnam. In un video, il fotografo spiega la scelta di iPhone: “Proprio come i soldati in Vietnam avevano sempre con sè accendini, sigarette, carta e penna per scrivere lettere a casa – dice l’artista – i soldati di oggi non possono fare a meno della tecnologia” . Uno strumento d’uso comune, per dire un messaggio che è ancora lo stesso nonostante siano trascorsi decenni: seconod Hargreaves, “il progetto fotografico intende far pensare anche al collegamento tra il passato e il presente. Anche se il tempo passa, continuiamo a vivere conflitti insensati. Non abbiamo imparato nulla”.