Il 14 marzo è il giorno del Pi greco (Pi day, in inglese), ricorrenza dedicata alla costante matematica pi greco, ispirata dal formato della data mese-giorno, in uso negli USA (3/14).
I popoli antichi spesso utilizzavano modi indiretti per esprimere approssimativamente il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio, una costante conosciuta da babilonesi ed egiziani già 4000 anni addietro e in seguito anche dai Greci. Per coincidenza, Albert Einstein è nato il 1879 il giorno del Pi greco e il cosmologo, fisico, matematico e astrofisico Stephen Hawking, è morto lo scorso anno in tale data.
Da decenni università, studiosi e centri di ricerca, si rincorrono per calcolare quante più cifre decimali possibili di Pi greco. Data l’irrazionalità del numero non sarà mai possibile calcolarne “tutte” le cifre. Ma, grazie alle possibilità offerte dai moderni computer e allo sviluppo di opportuni metodi numerici, è stato possibile calcolare milioni di cifre decimali esatte. Quest’anno, per la prima volta, sono state calcolate le prime 31 trilioni di cifre del Pi, per l’esattezza 31.415.926.535.897, tutto grazie al cloud computing.
È un passo enorme rispetto alle prime 500 cifre conosciute nel ventesimo secolo, e alle 17,55 milioni di cifre ottenute dal matematico e professore americano Bill Gosper nel 1985, e anche rispetto al precedente record di 22,4 milioni di cifre detenuto da Peter Trueb nel 2016.
La sviluppatrice Emma Haruka Iwao è riuscita a ottenere il record usando il Compute Engine di Google Cloud, VM scalabili ad alte prestazioni che consentono di scalare da singole istanze fino al cloud computing globale basato su bilanciamento del carico. Con la guida di Daisuke Takahashi, professore associato presso il Center for Computational Sciences dell’Università di Tsukuba, Iwao e il collega hanno eseguito un calcolo multithread su 25 Virtual Machine di Google per 121 giorni di seguito, usando un algoritmo che ha richiesto 170TB di storage.
L’elenco ottenuto è lungo quanto tutte le parole scritte sui volumi presenti nella Biblioteca del Congresso che, con gli oltre 158 milioni di documenti conservati, è la maggiore biblioteca al mondo. L’intero procedimento è descritta in un post pubblicato sul blog ufficiale di Google Cloud.