Nel 2017 Braden Thomas, ex ingegnere della sicurezza di Apple, e Justin Fisher, ricercatore senior presso Endgame, diedero vita a Grayshift, società dietro GrayKey, la scatola magica sblocca iPhone. Fonti attendibili rivelerebbero che la magia è giunta al culmine: iOS 12 sarebbe immune da questa tipologia di sblocco.
GrayKey, come noto, era in grado di sbloccare gli iPhone protetti da password, e sarà ancora in grado di farlo con gli iPhone con iOS 11 o versione di sistema precedente. Venduta a prezzi compresi tra i 15 e i 30 mila euro (a seconda della versione), è stata quasi esclusivamente venduta alle forze dell’ordine e ai dipartimenti di polizia. Queste scatole, generalmente, vengono utilizzate nella raccolta di prove ipoteticamente contenute all’interno degli smartphone di potenziali criminali, che altrimenti rimarrebbero ben nascoste dietro PIN o pilastri di sicurezza come Touch ID e Face ID.
Secondo Forbes, iOS 12 avrebbe preso le contromisure rispetto a GrayKey, e sarebbe quasi totalmente immune a questi sblocchi forzati. Più nel particolare, è stato il capitano John Sherwin del Minnesota a testimoniare che la scatola magica non è più in grado di accedere a tutti i dati contenuti negli iPhone bloccati e sui quali gira iOS 12.
E’ possibile ancora estrarre qualche informazione, ma non più come prima. Adesso si può arrivare, spiega l’ufficiale, ad una “parziale estrazione” dei dati, come file non crittografati, oltre a poter leggere alcuni metadati, come le dimensioni dei file e le strutture di
Resta da capire se Grayshift riuscirà a violare ancora una volta le rigide protezioni che Apple ha impiegato su iOS 12, che appare il sistema operativo mobile più blindato di sempre.