Graphicdesignertoolbox 1.2.0 è la nuova versione di un software commerciale (29,95 euro), non semplice da descrivere, dall’interfaccia poco comune ma che consente di creare effetti incredibili applicabili in sequenza uno dopo l’altro ad un’immagine. L’autore lo definisce “un tool di programmazione visuale che permette di combinare grafica bitmap o vettoriale e realizzare incredibili lavori di arte digitale”.
L’idea è venuta allo sviluppatore fin da quando frequentava gli ambienti delle “demoscene” (piccoli e spettacolari demo grafici realizzati in assembler in voga su Amiga e PC soprattutto negli anni 80/90) e consiste nel pensare ai vari passaggi (gli effetti applicabili) come se fossero dei “blocchi” di comandi. Un blocco esegue un particolare comando e invia il risultato (l’output) a un secondo blocco e così via. Cambiando un parametro in uno dei passaggi, si genera una reazione a catena che si propaga fino al blocco finale. Il tipico flusso di lavoro è il seguente:
– Si avvia l’applicazione e si trascina nella finestra contenente una sorta di griglia la prima immagine con cui si desidera lavorare e che serve a generare il primo “blocco”.
– Si seleziona con un doppio click il blocco e s’impostano parametri quali: luminosità , ridimensionamento, rotazione, colore di riempimento dello sfondo, ecc.
– Da una libreria è possibile selezionare vari blocchi/comandi preimpostati (blur, deform, border, ecc.) collegabili in vari modi, in una sorta di linguaggio di programmazione visuale che permette di collocare i “mattoncini” con i compiti da eseguire ai lati (funzioni, passaggi di parametri) o in basso (passi successivi).
Il software non sostituisce Photoshop o simili ma è veloce ed efficace per ritagliare/ruotare le immagini, permette di creare texture, logo, bottoni web ed effetti molto difficili da ottenere con i software tradizionali. Interessante è che ogni blocco mantiene le sue proprietà e quindi ogni singolo passaggio non distrugge le informazioni contenute nel passaggio precedente (applicando anche tanti effetti ad una foto, avremo sempre la sicurezza che il materiale d’input originario resterà invariato).
[A cura di Mauro Notarianni]