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Il grande errore di Apple: pochi investimenti nell’ intelligenza artificiale?

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Amazon, Facebook, Microsoft. E soprattutto Google. Tutti scommettono sull’ intelligenza artificiale, sugli analitici applicati ai Big Data, sul machine learning. Intendiamoci: sono cose diverse, tutte importanti e strategiche nel prossimo futuro fatto di social, mobility e internet of things. Però Apple è parimenti indietro su ciascuna di esse.

Tanto da far dire ad alcuni, come Marco Arment, che se c’è un rischio nel futuro di Apple è quello di non aver investito per tempo in questi settori. Addirittura, il noto programmatore specializzato nel software per le piattaforme Apple, arriva ad aggiungere: “Oggi Apple nelle attività giorno-per-giorno è guidata in maniera appropriata e sta facendo complessivamente più che bene. Ma se lo scenario dovesse cambiare e la priorità si spostasse sui servizi di intelligenza artificiale legata ai big data, Apple si troverebbe in una posizione simile a quella di Blackberry all’incirca di un decennio fa: quel che erano capaci di fare, a prescindere da quanto fossero bravi nel farlo, non è stato più sufficiente e loro non sono più stati in grado di recuperare il distacco dal resto del mercato”.

internet
Probabilmente la situazione non è così drammatica per Apple, però è certo che già nel settore cloud l’azienda è “dietro” rispetto agli altri big come Facebook (che gestisce tutto sul cloud), Amazon (che non solo l’ha inventato, ma lo distribuisce a milioni di aziende sue clienti che poi ne fanno la base per i suoi servizi alla clientela finale), Microsoft (che ha datacenter in tutto il pianeta e una serie enorme di servizi) e soprattutto Google, che con il cloud vive da sempre in simbiosi.

Ma non c’è solo questo. Tutte queste aziende hanno anche fatto grandi investimenti per le tecnologie di gestione dei big data. Alcuni di loro sono aiutati dal fatto di essere abituati a lavorare con aziende nel settore B2B e quindi ad avere sviluppato soluzioni ricche e complesse che aiutino i loro clienti aziendali a gestire problematiche più complesse anche quantitativamente di quelle dei singoli e delle famiglie. Altri perché è il modo con il quale trattare la clientela, suggerire altri acquisti dopo quelli già fatti, oppure per veicolare la pubblicità sulla base delle ricerche fatte e dei contenuti visti. Oppure, per gestire i flussi di dati raccolti in tempo reale, un flusso appena controllabile.

L’uso degli algoritmi di machine learning e di intelligenza artificiale è qualcosa che non si improvvisa: dietro ci sono iterazioni anno dopo anno, con i migliori tecnici del settore al lavoro e intere aree di sviluppo che sono state dedicate a questa attività. Apple tutti questi sforzi non li ha fatti. L’azienda è indietro in questi settori e, se il mercato dovesse spostarsi rapidamente, rischierebbe di rimanere in pieno fuorigioco. Oppure no?

Intelligenza artificiale 1

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