La seconda generazione del vetroultraresistente Gorilla Glass debutterà al CES. Ad anticipare il lancio del prodotto di particolare interesse per tutto il mondo della portabilità, è Corning, la società che ha costruito la sua più recente fortuna intorno alla capacità di creare un materiale che segna in maniera evidente il profilo estetico e le funzionalità di numerosi dispositivi oggi sul mercato tra cui i più noti sono iPhone e iPad.
Corning non specifica quali siano le caratteristiche del Gorilla Glass 2, ma nei mesi scorsi diverse aziende quale ad esempio la giapponese Asashi, parte del gruppo Mitsubishi, con il suo Dragontrail hanno dimostrato prodotti ancora più duri e flessibili del Gorilla Glass originale. Secondo alcune fonti iPad 2 avrebbe adottato proprio Dragontrail al posto del Gorilla Glass ottenendo una riduzione dello spessore del vetro di copertura e un alleggerimento della componente. Tra i fattori cruciali dei vetri che coprono gli schermi dei dispositivi touch, oltre alla resistenza ai graffi, c’è anche lo spessore che influenza il peso e, appunto, la capacità di resistere alla torsione che invece è una delle peculiarità che riducono il rischio di frantumazione.
Il Gorilla Glass 2 potrebbe finire in uno dei prossimi dispositivi Apple, non solo iPhone, iPod touch e iPad, ma anche Mac, anche se, al momento, siamo di fronte a pure speculazioni. Apple ben difficilmente, se non mai, parla dei suoi fornitori e anche se ci fosse un’adozione della nuova generazione del vetro di Corning, molto probabilmente non lo sapremo ufficialmente. Per altro neppure l’uso del primo Gorilla Glass è frutto di un’ammissione di Apple ma di deduzioni e voci trasversali. La certezza che c’era un accordo tra Corning ad Apple e che, addirittura, il Gorilla Glass era nato per volontà di Apple, arriva dal libro dalla biografia di Jobs dove si legge come il fondatore Apple avesse sentito parlare di questo materiale richiedendone la fornitura. L’azienda dello stato di New York non lo aveva però mai messo in produzione e addirittura non sapeva bene che farsene e per quali applicazioni proporlo, né aveva linee in fabbrica adeguate a crearne quantità industriali. Jobs di fatto “obbligò” Corning a mettere in piedi in poche settimane un piano logistico e produttivo per milioni di pezzi decretando il successo, oltre che di iPhone, anche del suo fornitore.