L’offerta pubblica iniziale di GoPro è stata un successo: la società della California celebre per le videocamere d’azione resistenti e indistruttibili, perfette per le riprese in sport e attività estremi, ha visto valutare le proprie azioni a 24 dollari, il prezzo più elevato previsto dagli analisti in un range indicato di 21-24 dollari. Non solo: le quotazioni sono aumentate ulteriormente fino a toccare il prezzo di ben 32 dollari per titolo, per poi ridiscendere leggermente.
Complessivamente sono stati venduti 17,8 milioni di azioni GoPro, una raccolta pari a 427 milioni di dollari ma sopratutto una valutazione iniziale della società nell’ordine dei 3 miliardi di dollari che, secondo alcuni, arriva a 3,6 miliardi di dollari. L’operazione non è ancora conclusa e i risultati definitivi si sapranno nei prossimi giorni: il capitale di 427 milioni di dollari originato dall’offerta pubblica iniziale potrebbe infatti aumentare fino a 491 milioni di dollari nel caso in cui i sottoscrittori sceglieranno di esercitare l’opzione per l’acquisto di ulteriori azioni. Se questo avverrà l’IPO di GoPro, dalle iniziali di Initial Public Offering, potrebbe diventare quella più consistente di sempre superando Duracell International che raggiunse quota 433 milioni di dollari.
I numeri del business GoPro spiegano il successo della quotazione in borsa: nel momento in cui i costruttori di fotocamere soffrono la concorrenza degli smartphone, il prezioso mercato di nicchia GoPro per le videocamere d’azione ha generato vendite di 3,8 milioni di pezzi nel 2013, pari al 45% dell’intero mercato in USA. Nel 2013 il fatturato di 1 miliardo di dollari è risultato doppio rispetto ai 526 milioni di dollari del 2012. Anche i profitti sono raddoppiati da 32 milioni di dollari nel 2012 fino a 60 milioni di dollari nel 2013. I dati più recenti invece mostrano un allentamento: nei primi tre mesi di quest’anno i ricavi sono scesi del 7% ma si tratta di un trimestre tradizionalmente tiepido per questo settore.
La quotazione in borsa di GoPro ha reso milionario Nick Woodman, fondatore e Ceo della società che con la sua famiglia detiene il 49% delle azioni. Oltre al fondo Riverwood, tra gli investitori troviamo anche Foxconn, il più grande costruttore a contratto del mondo nel settore dell’elettronica di consumo, partner storico di Apple, con un ivestimento di 200 milioni di dollari effettuato nel 2012.