Google ha lanciato da poche ore, senza tanta pubblicità come al solito, una nuova versione dell’applicazione per smartphone (sostanzialmente Symbian e BlackBerry di Rim) del suo servizio Google Maps. La funzione più innovativa è “My Location”, che consente, anche senza Gps, di capire più o meno dove ci si trova. Google indica una approssimazione di dieci isolati in città : tantissimo da un certo punto di vista, però i risultati nelle nostre prove sul campo sono invece molto più accurati.
Ma come fa la nuova Google Maps a far capire al telefonino dove si trova pur non avendo un Gps? Il trucco è nella rete di telefonia mobile. In pratica, Maps sfrutta gli altri telefoni che invece hanno un Gps e la numerazione dei ponti radio. Quando con il Blackberry con cui abbiamo effettuato la prova ci si collega al servizio di mappe del nuovo Google Maps 2.0, infatti, l’applicazione chiede ai server di Google se qualche altro telefono dotato di Gps si è collegato da quel ponte radio della rete. Se è successo, Google è in grado di associare una posizione approssimativa al ponte radio.
Dipende dall’ampiezza delle celle radio del ponte, ma ad esempio all’interno delle città per la rete Gsm si tratta solitamente di celle molto “strette”. In questo modo, la “risoluzione” dell’informazione servita da Google Maps è maggiore di quella prevista in media: dai dieci isolati di ampiezza immaginati da Google come massimo di latenza si arriva a un isolato al massimo.
Ideale e innovativo servizio per chi non ha un telefonino dotato di Gps, la soluzione permette almeno di capire in linea di massima dove ci si trova. Sempre meglio che niente. Il servizio non è ancora compatibile con l’applicazione mappe dell’iPhone (ma probabilmente lo sarà con il prossimo aggiornamento). Nel video qui sotto in inglese realizzato dal team mappe di Google, una dimostrazione pratica di come funziona il servizio, ovviamente grazie a YouTube.