Google presto potrebbe tentare di prendere il controllo degli aggiornamenti Android, con lo scopo di migliorare la velocità di aggiornamento dei dispositivi del sistema operativo del robottino verde, ad oggi uno dei punti deboli dell’ecosistema.
La notizia è data dal The Register, che riporta le considerazioni e previsioni dell’analista Richard Windsor di Edison Investment Research, secondo cui l’azienda di Mountain View presto toglierà ai produttori l’onere (fino a oggi affrontato con grande lentezza) di aggiornare i loro dispositivi. “Google finirà per prendere il controllo completo di Android spostando l’intero sistema operativo in un livello di servizio noto come Google Mobile Services (GMS) – afferma Windsor – Questo è l’unico modo in cui Google può porre fine alla frammentazione, problema che continua ad affliggere i suoi dispositivi, e riprendere il controllo della distribuzione del software”.
Così facendo però i dispositivi Android diventeranno molto simili ai dispositivi iOS o Windows 10, in altre parole i produttori avranno pochissime (se non nulle) possibilità di apportare modifiche al software. Limitando questa possibilità la maggioranza dei produttori potrebbe semplicemente offrire una versione “stock” di Android, rinunciando a ogni obiettivo di differenziazione rispetto alla concorrenza.
Ad oggi la situazione degli aggiornamenti Android è abbastanza preoccupante: in base ai dati di inizio febbraio, l’ultima versione di Android, Marshmallow, è installata su un misero 1,2% dei dispositivi Android, un tasso di aggiornamento risibile considerando che Marshmallow è disponibile da diversi mesi. Per contro l’ultima versione di iOS è invece installata sul 77% dei dispositivi Apple.
Per poter prendere il controllo degli aggiornamenti Android, Google dovrà anche imporre ai produttori specifici paletti sull’hardware da impiegare per la produzione dei dispositivi, così come da sempre ha operato Microsoft per Windows Phone.
I produttori avranno quindi sempre meno voce in capitolo nella realizzazione dei loro dispositivi e per loro sarà sempre più difficile riuscire a guadagnare utili da un mercato divenuto ormai estremamente competitivo.