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Google viola le leggi antitrust, illecito l’accordo con Apple per la ricerca su iPhone

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Google ha il monopolio nelle ricerche di Internet e ha abusato della sua posizione dominante. È questo il succo della sentenza pronunciata questa sera dal giudice Amit P. Mehta nel contesto della causa antitrust intentata dal Dipartimento di Giustizia.

È difficile presentare senza eccessi e iperboli un dispositivo legale che ha tutte le potenzialità di alterare lo scenario di Internet così come lo conosciamo oggi e di modificare profondamente gli equilibri e anche le tecnologie.

Il DOJ aveva portato Google in tribunale con l’accusa di avere cementato la sua dominanza in vari modi e tra questi il pagamento per miliardi di dollari di altre realtà come Apple e Samsung per assicurarsi l’esclusiva nelle ricerche su mobile come i pagamenti per avere una posizione preminente sugli loro dispositivi.

La sentenza mette un punto ad un caso durato anni, l’inizio risale al 2020, e che era stato un primo piano durante un processo durato dieci settimane nel corso delle quali erano stati chiamati a testimoniare anche manager Apple.

Ricordiamo che proprio in quel contesto si era appreso che Google pagò Apple decine di miliardi di dollari per essere il motore di ricerca di default. Nel contesto del processo erano stati chiamati a testimoniare manager Apple come Eddie Cue che aveva difeso l’accordo e John Giannandrea.

Quel patto era stato apertamente criticato durante il processore anche da Satya Nadella, CEO di Microsoft, che parlando di “Web di Google” aveva definito il patto con Apple un’azione Oligopolistica che presentava il rischio di vedere Google diventare dominante anche nel prossimo traguardo, quello dell’Intelligenza Artificiale.

Il Governo americano aveva affermato che pagando miliardi di dollari per diventare motore di ricerca automaticamente selezionato, ha provocato un danno ai concorrenti impedendo la creazione di un sistema di concorrenza. Nello stesso tempo Google ha avuto la possibilità di acquisire informazioni che gli hanno permesso di avere un prodotto di ricerca migliore e quindi sempre più dominante.

Google secondo la sentenza ha poi sfruttato la pubblicità per proteggere questo monopolio. Google dice il governo ha aumento il prezzo degli annunci pubblicitari oltre il limite che le sarebbe stato possibile in un mercato libero.

Il giudice Mehta non ha presentato alcun rimedio nella sua sentenza. Teoricamente l’ipotesi più probabile è lo scioglimento dei patti stilati tra Google e i suoi partner tra cui Apple. Potenzialmente potrebbe anche essere disposto lo smembramento della società. Una via di mezzo potrebbe essere limitare la soglia di pagamento per accordi come quello per essere il motore di ricerca di iPhone.

Prima di ogni decisione finale però ci saranno alcuni passaggi che allungheranno ancora i tempi. L’appello alla sentenza è praticamente certo. Ma è molto probabile che il caso alla fine sarà deciso dalla Corte Suprema se prima non arriverà, come accadde nella vicenda molto simile che interessò Microsoft anni fa, un accordo tra Google e il governo.

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