Come il Grande Fratello: Google sta diventando grande, secondo alcuni troppo grande, tanto da iniziare a sollevare preoccupazioni per l’immenso potere detenuto dal colosso di Mountain View nel campo degli smartphone e mobile con Android, nelle ricerche su Internet, nell’advertising online e in altri settori chiave del web e della tecnologia. “Una organizzazione in grado di controllare l’economia digitale e le scelte dei consumatori, meccanismi che dovrebbero far preoccupare inventori, sviluppatori e imprenditori: tutto questo non porta innovazione” scrive Wade Roush su Xconomy.
L’acquisizione di Nest per 3,1 miliardi di dollari in contanti, è solo l’ultima delle mosse che ci porterà in un mondo nel quale sempre più la grande “G” in qualche modo sarà presente nella nostra vita. Quando era ancora una piccola azienda, la società statunitense investiva in core business dedicati alla ricerca, alla pubblicità, alle infrastrutture di rete e alle comunicazioni. Da qualche tempo i manager dell’azienda preferiscono investire su altro: dispositivi indossabili, auto che guidano da sole, viaggi, social network, strumenti di produttività, logistica, energia e robotica.
Qualcuno afferma che tra non molto tempo, potremo ricevere allarmi su smartphone di Google (i Moto X di Motorola), con sistema operativo di Google (Android), andremo a lavoro su auto gestite da sistemi operativi di Google, guidate dalle mappe di Google (Waze e altre). In ufficio useremo Google Chrome come browser, lavoreremo su documenti e fogli elettronici gestiti e salvati grazie ai servizi cloud di Google, rimarremo in contatto con amici e clienti con la mail e i social network di Google (Gmail e Google+), gestiremo gli appuntamenti con Google Calendar, caricheremo le foto su Google e le gestiremo con Picasa (di Google) scriveremo i nostri pensieri su Blogger (di Google). L’assistente personale Google Now risponderà alle nostre richieste e se non riusciamo a rispondere a qualche chiamata ci penserà il servizio Voice di Google. A pranzo sceglieremo un ristorante o un altro locale con il servizio Zagat di Google, prenoteremo un tavolo e saremo guidati verso destinazione dai Google Glass e pagheremo usando il servizio di pagamento sicuro Google Wallet.
Tornando a casa potremmo controllare termostati e dispositivi per il rilevamento del fumo di Google, cenare di fronte a programmi trasmessi da Google (Chromecast) o guardare video su YouTube (di Google) o GooglePlay. Prenderemo la pillola consigliata da Google per combattere l’invecchiamento (Calico) e useremo i tablet di Google (Android) per leggere le ultime novità da Google News, acquistare un libro su Google Play, leggerne uno su Google Books o tradurre testi in lingua straniera con Google Translate. Guarderemo i luoghi dove vorremmo passare le vacanze usando Google Earth e invieremo documenti sulla stampante in ufficio usando Google Print; riceveremo informazioni su quanto di nostro gradimento con Google Alert, creeremo siti web e wiki con Google Sites, salveremo ciò che abbiamo in mente con Google Keep. Se siamo diabetici, non c’è problema: al controllo del glucosio ci penseranno le lenti a contatto di Google.
Ovviamente tutto quello che cercheremo, leggeremo, scaricheremo, guarderemo, discuteremo con altri sarà tenuto sotto controllo da algoritmi studiati dal colosso delle ricerche. È tutto questo sarà forse solo l’inizio: la grande “G” sta studiando investimenti in molti altri settori. Già ora e a maggior ragione in futuro la società ha tutte le caratteristiche di una presenza totalizzante, invasiva, in grado di trasformare qualsiasi nostra mossa su internet in dati preziosi per agenzie pubblicitarie, governi, malviventi, una figura non molto diversa dal Grande Fratello profetizzato nel romanzo “1984” di George Orwell. Per citare una frase del romanzo: “Non possiamo tornare indietro. Ecco perché è così difficile scegliere. Dobbiamo fare la scelta giusta. Finché non si sceglie, tutto resta possibile”.