La prima legge al mondo in Corea del Sud che vieta ad Apple e Google di imporre agli sviluppatori esclusivamente i propri sistemi di pagamento nei rispettivi app store ha sortito i primi effetti: Google annuncia che abiliterà sistemi di pagamento terze parti, mentre Apple non si è ancora adeguata.
La multinazionale di Mountain View ha annunciato che gli utenti potranno scegliere il sistema di pagamento preferito, inclusi quelli terze parti oltre quello di Google, in fase di checkout e completamento dell’acquisto. Anche per le transazioni con sistemi di pagamento terze parti Google tratterrà una percentuale dell’importo, anche se ridurrà la commissione di 4 punti percentuali rispetto a quanto fatto finora.
Questo significa che la gran maggioranza degli sviluppatori, come spiega Big G, vedrà la commissione scendere dal 15% standard per il sistema di pagamento di Google Play Store, all’11% quando l’utente sceglierà un sistema di pagamento diverso. La ragione alla base di questa scelta è giustificata dalla necessità di un modello sostenibile per supportare lo sviluppo di Android e la gestione di Google Play Store.
«Come qualsiasi azienda, abbiamo bisogno di un modello sostenibile per continuare a migliorare i nostri prodotti mantenendo importanti protezioni per gli utenti» dichiara Google nel post che annuncia la novità. «Proprio come agli sviluppatori creare un’app costa denaro, a noi costa denaro costruire e mantenere un sistema operativo e un app store che renda tali app facilmente accessibili e in sicurezza per i consumatori». Big G precisa che fornirà ulteriori dettagli nelle prossime settimane e mesi.
A differenza di Google, Apple non ha ancora annunciato né introdotto cambiamenti per adeguarsi alla nuova legge in Corea del Sud. Nel mese di ottobre la multinazionale di Cupertino ha dichiarato al Governo del Paese che il proprio sistema è già conforme e che non necessita modifiche. Nel frattempo però il responsabile della divisione Apple in Corea del Sud ha rassegnato le dimissioni.