Google sta offrendo agli sviluppatori di app Android la possibilità di ridurre le commissioni sulle transazioni per tutti gli acquisti (di app e in-app) su Google Play se questi offriranno una più profonda integrazione delle loro app con piattaforme di Big G quali WearOS e Android Auto.
Al pari di Apple con l’App Store, tutti gli acquisti effettuati su Google Play e Chrome Web Store sono soggetti al pagamento di una commissione sulle transazioni che viene applicata al commerciante. La commissione sulle transazioni per tutti gli acquisti (di app e in-app) su Google Play è il 30% del prezzo pagato dal cliente. Ciò significa che gli sviluppatori ricevono il 70% del pagamento, mentre il restante 30% è destinato alla copertura di quelle che Big G chiama “spese operative”.
Anche Google, come Apple, ha annunciato un programma che permette di ridurre al 15% la commissione per piccoli sviluppatori che guadagnano fino a 1 milione di dollari l’anno ma il nuovo programma – riferisce Appleinsider – potrebbe portare a cambiamenti ancora più permanenti di rilievo anche per le grandi app.
Con quello che è denominato “Play Media Experience Program”, Google mira a invogliare gli sviluppatori di app Android a supportare piattaforme diverse dagli smartphone, ovviamente piattaforme nelle quali Google già opera, offrendo funzionalità per Android TV, Google TV, e Google Cast, con funzionalità per la riproduzione cross-device e l’integrazione di meccanismi di login. Per ottenere lo sconto sulla commissione, le app audio dovranno essere integrate con WearOS, Android Auto, Android TV e Google Cast; le app dedicate alla lettura dovranno include ottimizzazioni specifiche per tablet e pieghevoli, ottimizzazioni per Wear OS e Android Auto per gli audiolibri e per la funzione di discovering Entertainment Space.
Le app che soddisferanno i criteri previsti da Google potranno beneficiare di possibilità aggiuntive di discovering e engagement (es. la possibilità di essere ospitati nel flusso di informazioni conosciuto come Google Discovery e precedentemente chiamato Google Feed), oltre che di una riduzione delle commissioni che passerebbero dal 30% al 15%.
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