Google un brand considerato il marchio “cool”, più “fico” se detto all’italiana, fra i giovani tra i 13 e i 17 anni, e gode di maggior considerazione di brand come Apple o Facebook. Questo secondo uno studio commissionato da Google stessa fra i giovani statunitensi. Gli intervistati erano giovani tra i 13-17 anni, una fascia altrimenti nota come Generazione Z. In una lista dei brand principali in termini di popolarità, Google è al terzo posto dietro solo a Netflix (seconda posizione) e YouTube (sempre di Google).
Un altro marchio Google, Chrome, raggiunge l’ultimo gradino della top 10:
- YouTube
- Netflix
- Xbox
- Oreo
- GoPro
- Playstation
- Doritos
- Nike
- Chrome
Apple, che ad oggi è il marchio con maggior valore al mondo, non riesce a classificarsi nella top 10 ma sembra rimanerne fuori di poco se osserviamo il grafico pubblicato nel rapporto ufficiale It’s Lit; fuori dalla top 10 sono rimasti anche altri nomi importanti come Facebook e Amazon.
Cambiano di poco i risultati se si prendono in esame i Millennials, la generazione immediatamente successiva, da 18 ai 24 anni, che sembrano però dare maggiore importanza a brand come Amazon e Tesla, più indietro per la Generazione Z.
Google dice che la Generazione Z è la generazione più informata e collegata: rappresentano più di un quarto della popolazione degli Stati Uniti, con un potere d’acquisto stimato di 200 miliardi di dollari all’anno (attraverso anche l’influenza verso i genitori).
“Per gli adolescenti, Google significa avere tutte le informazioni di cui si potrebbe mai avere bisogno a portata di mano”, si legge nel resoconto. “I giovani pensano anche Google è “cool” perché è popolare (come motore di ricerca), innovativo (auto a guida autonoma o Google Glass), creativo (Google Doodles e Easter Egg) e ha buoni valori”.
L’indagine si conclude sostenendo che uno dei motivi principali per cui i giovani tengono in così alta considerazione Google è potrebbe derivare dal fatto che costoro non hanno mai vissuto in un mondo prima di Internet, in cui Google rappresenta la porta verso il web.
Come detto lo studio è stato commissionato da Google stessa e per questo motivo è lecito non stupirsi di fronte ad un risultato di questo genere.