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Recensione Google Photos, il “nuovo” servizio per le foto tra novità e lacune

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Dopo mesi di indiscrezioni e anticipazioni, Google ha ufficialmente annunciato Google Photos, il suo servizio dedicato alla gestione ed archiviazione online delle fotografie. Chi segue Google più da vicino sa che questo servizio e le sue funzioni non sono una novità ma erano disponibili già da anni all’interno di Google+, il non troppo apprezzato social network di Mountain View.

Prescindendo dallo scarso successo di Google+, chi scrive ha sempre considerato Google Photos come il prodotto più interessante fra quelli generati dall’evoluzione di Google+, in quanto capace di offrire funzionalità inedite e particolarmente interessanti, prima fra tutte la funzione AutoAwesome, attraverso cui Google Photos decide di creare automaticamente effetti creativi sulle foto caricate online, spesso con risultati sorprendenti.

Nella nuova veste Google Photos diventa un servizio indipendente, si svincola da Google+ e adotta nuove funzionalità e una nuova e più semplice (forse troppo) interfaccia. Se prima era necessario iscriversi ed utilizzare Google+ per accedere a Google Photos, insomma, ora basta un semplice account Google. Vediamo cosa Google Photos ha guadagnato e perso per strada durante questa transizione.

Google Photos: spazio illimitato sotto i 16 MP

La novità principale introdotta con il nuovo Google Photos è la possibilità di ottenere spazio di archiviazione infinito con la modalità di upload Alta Qualità.

google photos archiviazione

Anche prima era possibile ottenere spazio di archiviazione infinito ma era necessario sacrificare la risoluzione della proprie immagini limitando la lunghezza del lato più lungo dell’immagine a 2048px.

Ora, con la nuova modalità Alta Qualità, il limite non viene eliminato ma si alza sensibilmente ed è possibile caricare un numero infinito di immagini a patto che il numero di pixel di ciascuna non sia superiore a 16MP. Alle immagini fanno seguito i video, che richiedono una risoluzione non superiore a 1080p. Se caricherete immagini o video con risoluzioni superiori, Google Photos li ridimensionerà in automatico per rientrare nei limiti stabiliti.

Molti utenti (ad esempio tutti gli utenti iPhone) possiedono fotocamere che rientrano di default in questi limiti e per loro il servizio sarà perfetto. In caso contrario, è possibile invece scegliere di caricare i file nella dimensione originale, ma in questo caso lo spazio occupato andrà sottratto dal vostro spazio disponibile su Google Drive, (si parte da 15 GB di spazio gratuito) e sarà necessario acquistare spazio aggiuntivo se vorrete continuare a caricare file voluminosi.

Se l’archiviazione infinita di file con dimensioni massime da 16MP e 1080p è sicuramente sufficiente per la maggior parte degli utenti, è forse deludente pensare ai limiti di spazio imposti scegliendo i file in dimensione originale.

Perplessità che si rafforzano alla luce di quanto offerto da concorrenti come Flick e del suo TB di spazio gratuito online, che permette a moltissimi fotografi di caricare la loro libreria di immagini in dimensione originale senza alcuna spesa; lo stesso TB che Google invece fa pagare 9.99 dollari al mese.

flickr 1 tb gratis

Google Photos: interfaccia web e mobile

Dal punto di vista operativo Google Photos offre un’interfaccia web e le applicazioni dedicate per Android ed iOS, mentre manca un’applicazione desktop. E’ sempre disponibile lo storico Picasa, ma la vecchia applicazione di Google non riflette le metafore e gli strumenti di Google Photos e la sua relazione con il servizio fotografico online di Google appare frutto più delle circostanze e della mera necessità, piuttosto che di un progetto mirato alla realizzazione di un sistema coeso.

L’auspicio di chi scrive è che Google rilasci presto un corposo aggiornamento per Picasa; più realisticamente è probabile che per l’utenza desktop Google voglia puntare il più possibile sulla sua interfaccia web. Quest’ultima ora è più pulita e si divide in tre sezioni principali.

La prima sezione, denominata Foto, è lo streaming cronologico nudo e crudo delle vostre fotografie, visualizzate per data di caricamento.

google photo foto

La seconda sezione, Raccolte, è l’elenco di tutte le vostre differenti raccolte ed include semplici album, le storie (tipologia di album creati in automatico che raccontano una storia fotografica includendo anche riferimenti geografici) e i filmati.

google photos raccolte

La terza ed ultima sezione, Assistente, non è altro che la vecchia sezione AutoAwesome, dove è possibile scorrere tutte le notifiche su immagini cui Google Photos ha applicato autonomamente uno degli svariati effetti creativi disponibili, che includono GIF animate, collage, effetti HDR, miglioramenti grafici o cornici.

google photso assistente

L’aspetto più interessante nelle funzioni del nuovo Google Photos è legato al box di ricerca: cliccando su di esso, sempre disponibile in alto, sarà possibile effettuare ricerche non solo in base alle parole chiave ma anche in base ai soggetti presenti nelle immagini e ad altre informazioni legate alle foto.

google photo ricerca

Ad esempio sarà possibile inserire la chiave di ricerca “cane” oppure “pizza” e Google Photos vi restituirà tutte le vostre immagini che ritraggono un cane o una pizza. Oppure si potrà cercare “Roma” e ottenere tutte le foto scattate a Roma. I risultati non sono affidabili al 100 per cento ed a volte appaiono immagini non congruenti con la ricerca, ma si tratta di una funzione molto utile e interessante.

google photo ricerca cane

Le foto potranno comodamente essere condivise esternamente su Facebook, Google+ e Twitter oppure sarà possibile creare un link pubblico (che potrà essere gestito nell’apposita sezione) da condividere online per non dover inviare il file ma semplicemente la sua ubicazione online.

google photo condivisione

Se è vero che Google Photos ha guadagnato alcune funzioni interessanti nel suo divorzio da Google+, spiace notare come ne abbia perse altre di non secondaria importanza. A parere di chi scrive la più grave caratteristica scomparsa nella transizione da Google+ è l’interfaccia di modifica della immagini.

In precedenza le fotografie potevano essere modificate online sfruttando utili strumenti, per lo più derivati dalla traslazione su web di molte caratteristiche della popolare app Snapseed, a parere di chi scrive una della migliori (se non la migliore) app di photo editing disponibile su mobile.

google plus photo modifica
Sull’interfaccia Photos di Google Plus sono ancora presenti gli strumenti di modifica à la Snapseed

Ebbene, su Google Photos questi strumenti sono inspiegabilmente scomparsi: ora l’interfaccia di modifica include 4 striminziti slider base per chiarezza, colore, pop e vignettatura, modalità crop e 14 filtri base. Si tratta di un netto passo indietro rispetto a quanto disponibile su Google+, forse una mancanza che l’utente medio non noterà, ma non da poco per l’utente avanzato.

gogle photo modifica
Il nuovo, striminzito pannello di modifica di Google Photos

Anche in questo caso l’auspicio è che Google presto ponga rimedio a tale inspiegabile lacuna, ripristinando gli ottimi strumenti disponibili su Google+. Chi volesse può sempre accedere al vecchio pannello di sviluppo passando da Google+ ma si tratta onestamente di una scorciatoia inaccettabile.

A questa pesante mancanza si aggiungono altre piccole imperfezioni, come ad esempio l’impossibilità di scegliere la foto di copertina di album (che verrà assegnata automaticamente dal sistema), oppure modificare l’ordinamento della immagini incluse in un album. Piccole mancanze che sembrano frutto di un prodotto ben lungi dall’essere maturo.

Sull’applicazione mobile non c’è molto da dire: la app riproduce fedelmente l’interfaccia e gli strumenti disponibili (e non disponibili) per web, con l’aggiunta di qualche chicca dedicata al mobile, come la possibilità di selezionare più elementi tenendo premuto e trascinando il dito sullo schermo o di ampliare o condensare la visuale delle immagini con il pinch to zoom.

Da mobile (e da desktop grazie ad un apposito uploader) è disponibile come sempre anche la funzione di back up automatico, che caricherà video e immagini riprese con il vostro dispositivo direttamente su Google Photos, così come accadeva già da anni via Google+. Oltre a ciò non riteniamo ci siano altri aspetti da segnalare sulle app Google Photos che non siano già stati trattati nella disamina dell’interfaccia web.

backup immagini google photos

Google Photos: meglio di Apple iCloud?

Con il rilascio di Google Photo viene spontaneo chiedersi se il servizio di Google sia migliore o peggiore rispetto ad Apple Foto e iCloud. Entrambi i servizio offrono le stesse funzionalità e nascono con il medesimo obiettivo, ovvero tracciare una linea di continuità fra l’attività fotografica online e offline di un utente, mettendo a disposizione e sincronizzando le librerie video-fotografiche attraverso la nuvola.

Il vantaggio principale di Google Photos rispetto alla controparte Apple è quello di offrire spazio illimitato (seppure a condizioni specifiche), opzione che Apple invece non offre. A questo si aggiunge una spazio di archiviazione gratuito base più generoso (15 GB per Google contro i soli 5 GB di Apple) e un costo inferiore nel caso in cui si volesse acquistare spazio aggiuntivo per caricare immagini a dimensioni originali (9.99 euro al mese per 1 TB di Google contro 19.99 euro al mese per Apple). Dal questo punto di vista la superiorità del servizio di Google è schiacciante.

piani di archiviazione icloud

Lo svantaggio è invece quello di non disporre di un’applicazione desktop efficace oltre all’ormai poco flessibile Picasa, che appare oggi un prodotto destinato al pensionamento. Apple offre Apple Foto: lungi dall’essere perfetto, il software della Mela è in grado di supportare con più efficacia le esigenze di un foto-amatore non particolarmente esigente, molto più di quanto sappia fare Google Photos. Di contro, l’interfaccia web di Google Photos è nettamente migliore dell’accesso online di Foto via iCloud e le nuove opzioni legate al motore di ricerca sono di indubbia utilità.

Entrambi i servizi hanno le loro lacune e come sempre la scelta ricadrà su uno o l’altro in base ad esigenze e preferenze di ciascuno.

Google Photos: conclusione

Chi scrive non può nascondere una buona dose di delusione nei confronti di un servizio che, pur avendo guadagnato alcune interessanti opzioni, sembra aver perso altri utili caratteristiche nel suo distacco da Google+, come gli strumenti di modifica.

Sarebbe ingenuo pensare che Google si sia “dimenticata” di includere queste funzionalità, il che ci fa propendere a considerare la scelta come volontaria, forse con l’obiettivo di semplificare il servizio, guardando più all’utente occasionale e con esigenze limitate, che di sicuro non sentirà la mancanza di tali opzioni.

Per un utente “ordinario”, senza pretese, Google Photos è un servizio prefetto, in grado di soddisfare ogni necessità base, grazie alla sua interfaccia semplice e allo spazio di archiviazione illimitato, seppur con qualche limite. Per chi invece esigeva (e si aspettava) qualcosa di più, il servizio fotografico online “definitivo”, toccherà continuare ad aspettare.

Google Photos è accessibile online seguendo questo link, mentre l’applicazione per iOS si scarica gratis da App Store.

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