La funzione Cerchia e Cerca, geniale nel funzionamento e anche nel nome, così come le primizie di Intelligenza Artificiale offerte grazie a Gemini, hanno un costo ben preciso per Google, sotto forma di “Somme enormi” di denaro versate a Samsung: un nuovo pesante guaio per Big G – Alphabet già sotto processo antitrust.
Ad aggravare ulteriormente la situazione di Google è la recidiva, infatti il Dipartimento di Giustizia USA DOJ ha già imposto lo stop dei pagamenti miliardari versati ad Apple per essere il motore di ricerca predefinito su ogni computer e dispositivo della Mela.
Quindi nonostante il DOJ avesse già dichiarato che questa pratica “Soffoca la competizione e deve essere vietata immediatamente” in rifermento ai pagamenti ad Apple, uno scenario molto simile si ripete per Samsung e la nuova frontiera AI.
L’indicazione di “Somme enormi” arriva dal DOJ via Bloomberg, a commento della testimonianza d Peter Fitzgerald, vicepresidente platforms e partnerships di Google, nel processo antitrust contro Big G in USA.
Più in dettaglio Google corrisponde a Samsung una somma fissa mensile in base al numero dei dispositivi sui quali è preinstallato Gemini. Alla somma fissa si aggiunge una percentuale variabile corrisposta a Samsung in base ai ricavi ottenuti da Google con la pubblicità, un contratto che ha una durata minima di due anni.
A difesa della società il manager di Google ha dichiarato che Samsung ha ricevuto proposte simili anche da OpenAI, Microsoft e Meta, inoltre che Samsung rimane libera di installare altri modelli AI alternativi e concorrenti.

Per avere un’idea delle somme in ballo ricordiamo che Google ha versato ad Apple oltre 20 miliardi di dollari, mentre da un processo contro Epic Games è emerso che Google ha versato oltre 8 miliardi di dollari per avere ricerche, Play Store e Assistente Google sui dispositivi Samsung dal 2020 al 2023.
La posizione di Google si è ulteriormente aggravata: le soluzioni che prevedono lo smembramento di Chrome o altre attività e divisioni cruciali sembra ormai solo questione di tempo. I concorrenti, incluso OpenAI, potrebbero trarne vantaggio.
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