A inizio novembre di quest’anno Samsung ha acquisito Viz, azienda specializzata in intelligenza artificiale (AI) creata dai co-fondatori di Siri ed ex impiegati di Apple: Dag Kittlaus, Adam Cheyer e Chris Brigham. L’idea dei sudcoreani è di offrire soluzioni di intelligenza artificiale (AI) sui futuri Galaxy, estendendo il tutto con funzionalità per l’home automation, in qualche modo differenziarsi dagli altri produttori di smartphone Android e sfidare Apple che già offre simili possibilità in Siri.
Stando a quanto riporta il sito PatentlyApple, Google non ha gradito la mossa di Samsung. Le due multinazionali hanno finora avuto un rapporto stretto ma questo si sarebbe incrinato con la decisione di Samsung di adottare soluzioni di AI alternative a quelle di Big G. Osservatori del settore sono concordi nel ritenere sbagliato il tentativo di ostacolare Samsung giacché l’AI è una delle tecnologie chiave che consentiranno di differenziare gli smartphone di futura generazione, con la capacità di gestire funzioni del dispositivo vero e proprio ma anche legate ad elettrodomestici e alle auto.
L’indispettirsi di Google potrebbe avere ripercussioni anche su Huawei che propone una sua soluzione AI presentata come migliore di Siri, più affinata alle esigenze del mercato cinese rispetto a quanto propone Apple. Se uno dei più importanti player del mondo Android confermerà di voler usare soluzioni proprietarie anziché affidarsi al “Google Assistant’, questo potrebbe significare ulteriore frammentazione nel mondo Android. Ne dovremmo sapere di più a febbraio nel corso del Mobile World Congress dove Samsung dovrebbe presentare il Galaxy S8.
Il progetto Viv è stato per la prima volta mostrato a maggio di quest’anno, presentato come un passo successivo rispetto agli assistenti di Apple e Google. È in grado di eseguire compiti complessi imitando la “spontaneità e la base di conoscenza” di un assistente umano. È ad esempio possibile prenotare una cena a un ristorante o acquistare biglietti del cinema tenendo conto del prezzo dei biglietti, offerte e ottenere indicazioni se non ci sono più biglietti disponibili o tavoli al ristorante. L’esecuzione di simili richieste con Siri richiede più passaggi e l’interazione con l’utente. Se, ad esempio, si ordina una pizza in un vicino ristorante, l’assistente è in grado di individuare ingredienti preferiti e contorni con le sole indicazioni vocali, senza bisogno di aprire app dedicate. È supportata l’integrazione con servizi di terze parti (Uber, Florist One, SeatGuru, ZocDoc e Grubhub) e l’idea è di consentire alle persone di interagire in modo naturale con i servizi mediante complesse conversazioni sullo stile di quelle che avvengono tra esseri umani.