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Google non accetterà più pubblicità politica

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Google ha fatto sapere che nell’Unione europea interromperà la diffusione di pubblicità politica e qualsiasi pubblicità o comunicazione proveniente da qualsiasi partito politico in Europa.

L’azienda lamenta che, con l’entrata in vigore di norme in materia di trasparenza della pubblicità politica (Transparency and Targeting of Political Advertising o TTPA), da ottobre 2025 non sarà possibile diffondere questo tipo di pubblicità, o meglio, a suo dire le norme del Parlamento europeo non sono abbastanza chiare, e per evitare problemi di conformità con le volontà UE, preferisce eliminare qualsiasi tipo di pubblicità di questo tipo.

A febbraio di quest’anno il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva nuove norme in materia di trasparenza e targeting della pubblicità politica a pagamento, un insieme di regole che dovrebbero rendere le campagne elettorali e quelle referendarie “più trasparenti e resistenti alle interferenze”.

Secondo le nuove regole, la pubblicità politica dovrà essere chiaramente etichettata. I cittadini, le autorità e i giornalisti potranno facilmente ottenere informazioni sui motivi per cui sono raggiunti da un annuncio, chi lo paga e da dove, il prezzo dell’annuncio e a quali elezioni o referendum è collegato. Tutta la pubblicità politica e le relative informazioni saranno archiviate in un archivio pubblico online.

Per limitare le ingerenze straniere nei processi democratici europei, la sponsorizzazione di annunci provenienti da paesi non UE sarà vietata nei tre mesi precedenti un’elezione o un referendum.

“Tecniche di targeting e amplificazione” saranno possibili solo per la pubblicità politica online basata su dati personali raccolti con il consenso esplicito e separato della persona coinvolta. Non sarà possibile utilizzare categorie particolari di dati personali (ad es. etnia, religione, orientamento sessuale) o dati di minori.

Foto di Frederic Köberl – Unsplash

Le norme in questione riguardano solo la pubblicità politica remunerata. Non pregiudicano il contenuto degli annunci politici né le norme sulla condotta e sul finanziamento delle campagne politiche. Le opinioni personali, le opinioni politiche, come qualsiasi contenuto giornalistico non sponsorizzato, o la comunicazione sull’organizzazione e la partecipazione alle elezioni (ad esempio annunci di candidati) da parte di fonti ufficiali nazionali o dell’UE, non sono coperte.

Google sottolinea che non è la prima volta che decide di fermare qualsiasi comunicazione proveniente da partiti politici o dai loro sponsor sulle sue reti: nrome in Francia, Brasile e Canada lo hanno già portato a bloccare qualsiasi forma di pubblicità elettorale in questi paesi.

Alla luce delle molteplici porblematiche osservate su Internet su tali questioni, l’Unione europea ha deciso di regolamentare la pubblicità politica sulle varie piattaforme online nella speranza di limitare possibili manipolazioni e fake news: la disinformazione è un fenomeno sempre più evidente a livello globale; i social media, con i loro strumenti di personalizzazione, hanno reso più facile diffondere storie false e spesso fanno leva sulle emozioni per attirare l’attenzione e generare click, a fini economici o ideologici e persino le persone giovani e con competenze digitali hanno difficoltà a identificare le notizie che sono state manipolate.

Da una ricerca del Parlamento europeo è emerso che, su dieci notizie condivise sui social media, sei non vengano neanche lette dall’utente prima di essere condivise. L’85% circa degli europei ritiene che le fake news siano un problema nel loro paese e l’83 % crede che costituiscano un problema per la democrazia in generale

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