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Arte e machine learning. Cosa si inventa questa volta Google? L’azienda che ha già lavorato su sistemi per il riconoscimento automatico dei volti e degli oggetti nelle foto (stesso obiettivo anche di Apple solo perseguito con tecnologie diverse) adesso mette a fattor comune anche i consistenti investimenti fatti nel tempo per la digitalizzazione di opere d’arte e altro. E il grande asso nella manica fatto da Google, che lavora da un quindicennio a incamerare contenuti, digitalizzandoli motu proprio per avere una più ampia base per le sue ricerche.
Così, mentre Google Cloud, la divisione di Google dedicata alle imprese e agli sviluppatori, ha annunciato alcune importanti novità legate al machine learning, tra cui un nuovo processore pensato appositamente per l’intelligenza artificiale che offrirà altissime performance in particolare per elaborazioni di grandi quantità di dati, come per esempio i rendering video e analisi complesse, la parte “artistica” del motore di ricerca invece lavora su altre linee.
Partiamo dalle foto: con la nuova app FotoScan si possono scannerizzare e digitalizzare tutte le vecchie stampe fotografiche in alta risoluzione e – dice Google – senza riflessi. Le foto cosi acquisite si possono poi salvare in Google Foto, per poi organizzarle, cercare, condividerle e sottoporle a backup.
Grazie all’intelligenza artificiale e ai sensori del telefonino Google Play Music diventa più consapevole di dove si trova l’utente e organizza la colonna sonora dei diversi momenti e posti della giornata
Le tecnologie Neural Machine Translation in 8 lingue: cinese, giapponese, coreano, tedesco, francese, spagnolo, turco e portoghese (ma niente italiano, per adesso), potenziano le traduzioni di Google cercando di rompere il “muro” delle lingue asiatiche.
Come detto sopra, Google Cloud, la divisione di Google dedicata alle imprese e agli sviluppatori, presenta le nuove tecnologie hardware per il lavoro di machine learning. Google offre le sue GPU progettate internamente e ottimizzate per questo tipo di lavoro anche alle aziende che vogliano sfruttarle nel cloud privato sui loro server.
Infine, l’arte. Con AI Experiment la piattaforma di Google Arts & Culture guadagna una nuova pagina di partenza dedicata dedicata a tutti gli strumenti che fanno sperimentare alcune innovazioni realizzate grazie al machine learning applicato all’arte alla cultura.
In particolare, free fall sarà possibile navigare in piano tridimensionale tra opere di ogni epoca raggruppate, automaticamente, sulla base di caratteristiche visuali come la forma o il colore o, sempre grazie alla tecnologia, con X Degrees of Separation scoprire i gradi di separazione tra due capolavori di autori ed epoche diverse. Impressionante (e molto pesante per la Cpu) la parte grafica. Provata su un MacBook Pro 2016 su Safari avanza lentamente ma su Chrome va via molto più veloce. Consigliato l’uso di un mouse.