Dopo avere abbassato a marzo di quest’anno le commissioni chieste agli sviluppatori che distribuiscono app sul Play Store, passate dal 30% al 15%, Google ha ora annunciato un cambiamento simile per i canoni di abbonamento, u novità che riguarda tutti gli sviluppatori.
A riferirlo è The Verge, spiegando che al momento Google sfrutta un meccanismo simile a quello di Apple: offrendo la riduzione al 15% fino al primo milione di dollari di entrate ogni anno a ciascuno sviluppatore (indipendentemente dalle dimensioni del suo giro di affari); superato il milione, per il resto dell’anno le commissioni sono del 30%, per poi essere azzerate l’anno seguente.
Google riconosce che non tutte le attività sono in grado di beneficiare di tali tariffe e ha deciso di ridurre “da subito” al 15% le commissioni sugli abbonamenti, eliminando il precedente requisiti che richieda un anno prima di poter essere applicato, senza più neanche limiti per chi supera il milione di dollari di entrate annue.
Apple da novembre del 2020 ha ridotto al 15% la commissione dell’App Store per le piccole imprese che guadagnano fino a 1 milione di dollari l’anno, offrendo loro una riduzione della commissione sulle app a pagamento e sugli acquisti in-app. Per partecipare allo Small Business Program di Cupertino e aver diritto a una commissione ridotta al 15%, gli sviluppatori devono aver incassato ricavi fino a un massimo di 1 milione di dollari nell’anno precedente. Se uno sviluppatore supera la soglia di 1 milione di dollari, per la parte restante dell’anno è applicata la percentuale di commissione standard. Se i guadagni di uno sviluppatore scendono al di sotto della soglia di 1 milione di dollari in un anno successivo, è possibile rientrare nei criteri per avere la commissione al 15% l’anno seguente. Per le app che vendono prodotti e servizi digitali e realizzano ricavi superiori a 1 milione di dollari, definiti come guadagni post-commissione dello sviluppatore, continua a essere applicata la percentuale di commissione standard dell’App Store, il 30%.
Per tutte le app a pagamento nel Play Store di Google gli sviluppatori devono versare una commissione del 15% per quanto riguarda gli abbonamenti; Big G ha ad ogni modo previsto commissioni ridotte per ebook, streaming on demand e servizi musicali, con riduzioni che arrivano al 10% per le app che rientrano in queste categorie.
Google ha apportato i cambiamenti alle commissioni del Play Store probabilmente anche per le sempre maggiori pressioni normative da parte di enti e governi di tutto il mondo (un problema che riguarda anche Apple). Su tali questioni Google, come Apple, si trova a battagliare in tribunali con aziende come Epic Games secondo le quali le commissioni richieste sono troppe e vorrebbero poter indicare meccanismi per scavalcare gli store ufficiali per i pagamenti degli acquisti in-app.