Anche Google è in trattative con gli studi cinematografici per offrire il noleggio dei film a pagamento in streaming. A dirlo è il Financial Times secondo il quale Big G punta a varare un servizio pay-per-view a livello mondiale che probabilmente vedrà la luce già entro la fine del 2010 a partire dagli Stati Uniti. Il quotidiano finanziario individua nel sistema allestito da Google intorno a YouTube cbe sarebbe il perno fondante del servizio.
Il progetto e le trattative di Google per varare il servizio di noleggio a pagamento sarebbero in corso da mesi ma, sempre secondo le indiscrezione, l’operazione ha subito una recente accelerazione per contrastare la concorrenza crescente dei servizi Netflix e Hulu, già attivi negi USA ma soprattutto in seguito alla convinzione che i rumors che vedono Apple al lavoro per offrire servizi pay-per-view dal prezzo particolarmente aggressivo siano molto concreti. Ricordiamo che le indiscrezioni e anche gli analisti prevedono da tempo il lancio di una nuova Apple TV, forse battezzata iTV, basata su iOS dal prezzo particolarmente aggressivo. Da tempo si vocifera anche di costi ridotti: 99 dollari per Apple TV e soli 99 centesimi per il noleggio dei singoli episodi delle serie TV.
Google sta presentando alle case di produzione un servizio di noleggio multipiattaforma, aperto e raggiungibile praticamente da qualsiasi dispositivo conl noleggio dei film più recenti fissato a 5 dollari; questo per le pellicole commercializzate in contemporanea con l’uscita dei DVD o tramite i servizi Apple invece è probabile che punterà sui dispositivi della Mela, incentrando il servizio su iTunes.
Ora rimane solo da vedere come e se il nostro Paese riuscirà a stare al passo con le rivoluzioni in cantiere o se, ancora una volta, l’intreccio legislativo e quello delle licenze riuscirà ancora una volta a bloccare l’evoluzione del settore. A differenza di quanto visto fino a oggi però la situazione globale sembra spingere diversi interessi in questa direzione. I nuovi servizi di noleggio in streaming sono visti dalle case di produzione come una nuova fonte di ricavi alternativi per sopperire al calo costante delle vendite dei DVD e per contrastare la diffusione del peer to peer.