Google ha creato un “impressionante” sistema di Intelligenza Artificiale in grado di generare musica di qualsiasi genere partendo da quanto descritto in un testo.
Nonostante funzioni, Big G non avrebbe – almeno per ora – intenzione di diffondere il sistema paventando rischi.
Il sistema – spiega TechCrunch – si chiama MusicLM; non è la prima IA di questo tipo (meccanismi simili sono offerti d Dance Diffusion, dall’algoritmo generativo AudioML della stessa Google, Jukebox di OpenAI) ma a causa di limitazioni tecniche e dati di addestramento limitati nessuno era stato finora in grado di produrre brani particolarmente complessi in termini di composizione o alta fedeltà; secondo chi ha avuto modo di vedere l’IA di Google all’opera, MusicLM è il primo sistema di questo tipo in grado di fare ciò che promette.
MusicLM è stato addestrato con 280.000 ore di musica, imparando a generare interpretazioni coerenti partendo da quanto l’utente indica nella descrizione del brano; è possibile ottenere risultati partendo da frasi quali: “Suggestivo brano jazz con un memorabile assolo di sassofono e un cantante solista”, oppure “Musica tecno stile Berlino anni ’90 con bassi profondi e una forte carica”.
I brani che è possibile ottenere, sempre secondo chi ha avuto modo di ascoltarli, suonerebbero simili a brani creati da artisti in carne e ossa, per quanto non necessariamente innovativi o coesi dal punto di vista musicale (qui trovate alcuni esempi). Il sistema è tecnicamente in grado di generare parti vocali, comprese armonie corali, ma dal punto di vista etico pone problemi per l’archivio dei brani usati in fase di addestramento.
La questione ricorda quanto lamentato da alcuni artisti con i sistemi di IA generativa che permettono di ottenere immagini come quella qui sotto (generata da OpenAI) partendo da semplici input sulla tastiera grazie all’addestramento delle IA che hanno “appreso” – senza autorizzazione – a identificare e riconoscere gli stili di miliardi di immagini protette da diritto d’autore.
Negli USA un collettivo di artisti ha già avviato una class action contro aziende che usano tecniche di intelligenza artificiale per creare immagini; lo stesso potrebbero fare musicisti, cantanti e cantautori per le IA che imitano loro opere. L’accoglimento di class action di questo tipo non è certo e c’è chi ritiene si tratti solo di un problema etico e non di violazione della legge.
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