Con due diverse azioni legali in California, Google ha citato in giudizio Sonos affermando che le tecnologie degli assistenti vocali usate sui prodotti di quest’ultima azienda violerebbero sette brevetti di Assistente Google, inclusi brevetti che riguardano la tecnica sfruttata per determinare in un sistema multi-room quale smart speaker deve rispondere alla “hotword” (la parola chiave per attivare l’assistente vocale in base alla distanza dell’utente) e gestire gruppi di altoparlanti tramite comandi vocali.
Lo riferisce CNET evidenziando quello che sembra un contrattacco da parte di Google dopo la sconfitta di quest’ultima a gennaio.
Jose Castaneda, portavoce di Google, ha riferito che Sonos “anziché competere sulla base dell’innovazione e della qualità dei prodotti, ha iniziato una aggressiva e ingannevole campagna contro i nostri prodotti a discapito dei nostri clienti comuni”. Il risultato, a suo dire, è la necessità di azioni legali “per difendere la nostra tecnologia” e contestare a “evidenti e continue violazioni dei nostri brevetti da parte di Sonos”.
Sonos ha presentato un suo assistente vocale a giugno, consentendo agli utenti di controllare gli speaker usando comandi vocali con la frase “Ehi Sonos“.
A gennaio di quest’anno l’International Trade Commission (ITC) negli USA ha dato ragione a Sonos per quanto concerne la tecnologia per il controllo del volume di gruppi di speaker in un sistema multi-room, secondo Sonos “rubata” da Google in seguito alla collaborazione tra le due aziende con l’arrivo di Google Assistant su Sonos. Big G è stata costretta a modificare il funzionamento dei suoi speaker, eliminando una funzionalità che ha portato ad un peggioramento nell’esperienza complessiva.
Google presenterà denunce all’International Trade Commission nei prossimi giorni con l’obiettivo di chiedere il blocco delle importazioni negli USA dei vari prodotti Sonos che integrano il supporto ai comandi vocali (Sonos Move, Roam, Roam SL, Arc, Beam, One, One SL, Five e Ray).